Mafia nigeriana anche a Piacenza, maxi blitz della polizia. In manette un 24enne

18 Luglio 2019 18:05

Dalle prime ore di questa mattina, giovedì 18 luglio, è in corso una vasta operazione antimafia della squadra mobile della questura di Bologna, con la collaborazione delle squadre mobili delle principali provincie dell’Emilia Romagna e della squadra mobile di Bergamo, contro un’associazione mafiosa nigeriana, da anni insediata nella nostra regione. L’operazione ha coinvolto oltre 200 agenti della polizia di Stato, impegnati nell’esecuzione di 21 fermi di indiziato di delitto ed una serie di perquisizioni nei confronti degli appartenenti all’organizzazione mafiosa nigeriana Maphite, operante in tutta l’Emilia-Romagna. I provvedimenti restrittivi e le perquisizioni sono stati eseguiti nelle città di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Forlì, Cesena, Ravenna e Bergamo.

Per quanto riguarda l’ambito territoriale piacentino, gli operatori della squadra mobile di Piacenza hanno fermato un cittadino nigeriano di 24 anni, ospite di una struttura di accoglienza in Valtrebbia. Il titolo di reato contestato, anche per questo soggetto, è quello di associazione straniera di tipo mafioso finalizzato alla commissione di svariati reati, tra i quali spaccio di sostanze stupefacenti, reati contro la persona e contro il patrimonio. L’attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Bologna, avviata nel 2017 grazie anche alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ha permesso di annientare gran parte dell’organizzazione criminale.

La confraternita Maphite si radicò nella società nigeriana negli anni ’90, richiamando a sé numerosi adepti e strutturandosi sempre di più. Il risultato, nel tempo, fu il consolidamento di una struttura solida e ben radicata in Nigeria, mimetizzata in ambito internazionale sotto il nome di Green Circuit Association, e diffusa oramai in moltissimi Stati in tutto il mondo. Dediti principalmente all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti nelle piazze delle città di Bologna, Modena e Parma, ma anche all’utilizzo di strumenti di pagamento elettronico contraffatti per l’acquisto di merce on-line, spesso i membri dell’associazione sono stati impegnati in violentissimi scontri con fazioni avverse per la contesa del predominio territoriale.

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