Risse del sabato pomeriggio: decine di ragazzi identificati e a rischio denuncia. Appello del questore

22 Ottobre 2018 12:02

Ormai da tre sabati consecutivi gruppi di ragazzini, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, si danno appuntamento in zone centrali della città per dare vita a violente risse. Il copione è pressoché sempre lo stesso: queste “bande” di giovani prima si scambiano insulti e minacce sui social network, poi si accordano per incontrarsi e affrontarsi a suon di pugni e schiaffi. L’ultimo episodio in ordine di tempo risale proprio allo scorso sabato pomeriggio quando, dopo che i precedenti “incontri” hanno riguardato Piazza Cavalli, via San Siro e il Pubblico Passeggio, circa una cinquantina di ragazzi si sono dati appuntamento alla meno trafficata via Nicolodi, coinvolgendo anche via IV Novembre.

A quanto sembra sarebbero solo quattro o cinque i giovani che sono venuti alle mani, anche perché l’intervento di polizia, carabinieri e guardia di finanza è stato tempestivo. Solo dalla polizia di Stato sono state quindi identificate 63 persone (tutte fermate zone centrali della città), di cui una ventina minorenni: alcuni giovani rischiano la denuncia a piede libero per rissa. Due i ragazzi portati in questura per essere interrogati. A scatenare questi “match” in pieno giorno sarebbero futili motivi, come qualche apprezzamento rivolto via Facebook o Instagram alla “ragazza sbagliata”, anche se in verità si tratterebbe di una “tendenza” del momento.

Alla luce di questi violenti episodi oggi, lunedì 22 ottobre, il questore di Piacenza Pietro Ostuni ha lanciato un appello alle famiglie e ai giovani stessi: “Invito i genitori a prestare sempre la massima attenzione nei confronti dei propri ragazzi – ha affermato -, controllando spesso anche i loro telefonini, visto e considerato che l’organizzazione di queste risse avviene proprio attraverso i social network. Inoltre – prosegue il questore – ci tengo a precisare che dai 14 anni si diventa imputabili: motivo per il quale invito tutti i ragazzi, anche quelli che non partecipano in prima persona agli scontri ma che comunque assistono da spettatori, a prendere completamente le distanze da questi gravi episodi di violenza. Chi assiste e non interviene o peggio, fa il tifo, è considerato a tutti gli effetti coinvolto. Inoltre – conclude – tutto ciò che è tracciato in rete lascia un segno. Prima o poi si viene identificati”.

Il questore ha ancheprecisato che solo grazie al pronto intervento di polizia (con il coinvolgimento della squadra mobile), carabinieri, guardia di finanza e polizia locale, queste risse non hanno avuto gravi conseguenze. Nessuno, infatti, è rimasto ferito. Merito di ciò va dato all’intensa attività di prevenzione, coordinata dalla questura ma alla quale partecipano tutte le forze dell’ordine. Un’operazione interforze che proseguirà anche nei prossimi giorni.

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