Cresce il “Bio” in Emilia Romagna: nel Piacentino quasi 700 operatori

07 Settembre 2018 05:00

Con una crescita, negli ultimi 4 anni del 68% per quanto riguarda le aziende e del 72% per le superfici dedicate, l’Emilia-Romagna è sempre più bio.
Sulla base delle ultime rilevazioni, aggiornate al 30 giugno scorso, la provincia che vanta il più alto numero di operatori è Parma (1.082), il più basso a Rimini (334). Piacenza si colloca a metà classifica, con 693 operatori. Di questi 574 sono solamente produttori, 73 oltre a produrre svolgono anche l’attività di trasformazione, 68 solo solamente trasformatori e 5 si occupano anche della importazione del prodotto.

La parte preponderante degli oltre 152mila ettari regionali di campi coltivati secondo i dettami dell’agricoltura bio è rappresentata dai seminativi (82%). Al secondo posto della classifica vengono prati e pascoli (12%), poi la vite (3%), la frutta (2%).

Una ascesa, quella del biologico, che negli ultimi anni si sta estendendo anche al settore zootecnico, con gli allevamenti bio che in Emilia Romagna ormai sfiorano quota 1.170 (+11% sul 2016), pari al 5% sul totale regionale.

Per convincere gli agricoltori a convertirsi al biologico e compensare i maggiori costi per le aziende la Regione eroga per i primi cinque anni dopo il passaggio al metodo “naturale” un contributo che varia dai 126 ai 742 euro ad ettaro all’anno, secondo il tipo di coltura.

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