“Nessuna invasione islamica”: la mappa delle religioni a Piacenza

11 Dicembre 2018 04:45

Il 53% degli immigrati in Emilia Romagna è di appartenenza cristiana, il 33% musulmana. In valori assoluti, 284mila sono cristiani e 179mila musulmani. Più in specifico, tra i cristiani il 30% è ortodosso, il 17,8% cattolico, il 5% evangelico.
Lo rivela la ricerca “Monoteismi in Emilia-Romagna” presentata in Regione a Bologna e sviluppata dal Gruppo ricerca e informazione socio-religiosa (Gris), dall’Osservatorio sul pluralismo religioso e dal Dipartimento di storia e culture dell’Università di Bologna
“I dati sia a livello regionale sia nazionale, mostrano che siamo lontani da una invasione islamica”, ha spiegato Pino Lucà Trombetta, dell’Osservatorio sul pluralismo.
Le ricerche svolte dai ricercatori dell’università si sono concentrate su protestantesimo, pentacostalismo e comunità immigrate cattoliche.

Il protestantesimo nella nostra regione è un universo molto eterogeneo, come hanno spiegato le ricercatrici dell’università di Bologna.
Sono 172 le chiese protestanti (di varie denominazioni, evengeliche storiche, pentecostali, etniche) nella nostra regione. Di queste il 39% è composto da migranti.
Più in specifico, si contano 53 chiese nella provincia di Bologna, 6 a Ferrara, 12 a Forlì-Cesena, 33 a Modena, 34 a Parma, 11 a Piacenza, 6 a Ravenna, 9 a Reggio-Emilia e 8 a Rimini.

Le maggiori provenienze nelle chiese evangeliche sono dei cittadini delle Filippine (al 10° posto come presenze in regione) soprattutto a Bologna, del Ghana (al 13° posto) in primis a Modena, dalla Nigeria (11° posto), e dai gruppi evengelici dell’Est Europa (Ucraina, Moldavia e Romania). In molte chiese (metodiste, battiste, valdesi, avventiste, pentecostali) convivono immigrati e autoctoni.

Le comunità di cattolici immigrati sono 54 e variano soprattutto in base alle etnie (ad esempio: africani francofoni e anglofoni, nigeriani, albanesi, bengalesi, eritrei, filippini, latinoamericani, polacchi, srilankesi, ungheresi, cinesi). Nella provincia di Bologna sono 15, a Rimini 6, a Reggio Emilia 5, a Ravenna 7, a Piacenza 2, a Parma 7, a Modena 6, a Forlì- Cesena 7 e a Ferrara 1.

La seconda religione, dopo il cattolicesimo, è quella ortodossa. Nella nostra regione sono 160mila gli ortodossi suddivisi fra patriarcati di appartenenza. Si contano 65 realtà cristiano-ortodosse suddivise per chiese stabili, missioni o sedi distaccate, comunità informali, un monastero e luoghi di sepoltura. Dal punto di vista provinciale, Bologna è in testa con 17 realtà, Ferrara con 9, Rimini con 9, Modena con 8, Ravenna con 6, Reggio Emilia con 6, Parma con 4, Forlì-Cesena con 3 e Piacenza con 3. Vi è una predominanza di chiese e missioni appartenenti al Patriarcato di Romania, seguite da quello di Mosca e Costantinopoli, più contenuto il numero di chiese copte o eritree.

Il primo lavoro di mappatura dei centri islamici risale al 2016, ma, hanno chiarito i ricercatori, i dati cambiano visto che soprattutto nei piccoli comuni i centri religiosi si spostano o chiudono. In tutto sono state mappate in Emilia-Romagna 168 realtà: “Si tratta perlopiù di associazioni culturali poiché spesso manca il riconoscimento istituzionale”.
La ricerca quest’anno ha approfondito però soprattutto le attività svolte da questi centri. Emerge che l’80% porta avanti attività spirituale, il 56% si occupa di assistenza ai migranti (mediazione linguistica, aiuti legali, donazioni), il 73% organizza attività culturali aperte alla cittadinanza.

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