La riforma che verrà: “Ecco come uscire prima e meglio dalle crisi”

10 Marzo 2018 15:43

Più del 90% dei fallimenti non paga un euro alla stragrande maggioranza dei creditori, dei fornitori e del fisco. E anche nei concordati preventivi la situazione non va meglio con una soddisfazione dei creditori che si attesta intorno al 10%. La ragione? “Perché oggi si arriva al fallimento mediamente tra i 3 e i 5 anni dopo di quando si sarebbe dovuti intervenire. Troppo. Se si fosse intervenuti per tempo molte realtà aziendali sarebbero state salvate con livelli di soddisfacimento dei creditori più elevati”.

E’ in mezzo a questo quadro complesso che ormai qualche anno fa nel nostro paese si è resa necessaria una riforma sulla nuova disciplina della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Proprio di questa legge – approvata nell’ottobre scorso e sulla quale c’è la massima fiducia che il nuovo Parlamento approvi i decreti attuativi – si è discusso nel convegno “La riforma che verrà” promosso da Confindustria e dall’Ordine dei Commercialisti questa mattina, sabato 10 marzo, alla sala Arazzi del collegio Alberoni alla presenza di relatori d’eccezione come Renato Rordorf, già presidente aggiunto della Corte di Cassazione e presidente della commissione parlamentare di studio per la riforma della disciplina della crisi d’impresa e dell’insolvenza, Roberto Fontana, sostituto procuratore di Piacenza e componente della commissione, Antonio Matonti, direttore affari legislativi Confindustria, Ivan Demuro, professore di diritto commerciale alla Cattolica di Piacenza e Fabrizio Maiocchi dell’Ordine dei commercialisti di Piacenza (tavolo moderato dal giornalista del Sole 24 Ore Giovanni Negri).

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