“Mi picchiava per i disturbi di nostro figlio: sono scappata con i miei bambini e l’ho denunciato”

20 Febbraio 2020 04:00

Un picco di rabbia disumano di fronte alla forma di autismo diagnosticata al figlio: “A quel punto mio marito ha iniziato a picchiarmi e ad accusarmi del disturbo del nostro piccolo”. Un susseguirsi di violenze fisiche e verbali, fino a dare in escandescenza: “Ha afferrato un coltello, ero terrorizzata”. Poi la scelta coraggiosa: “Sono andata in caserma e l’ho denunciato. Non ne potevo più”. E’ la terribile storia vissuta da una donna che negli ultimi mesi ha dovuto fare i conti con i continui maltrattamenti del compagno.

Alla base di questi episodi, stando alla sua testimonianza, ci sarebbe il disturbo neurologico individuato in uno dei figli: “Il carattere brutale di mio marito è esploso quando i medici hanno rilevato la presenza dello spettro autistico. E’ diventato ingestibile e pericoloso, perché non accettava che il suo figlio maschio potesse avere una fragilità di quel tipo. Da lì, quindi, è cominciata l’escalation di violenza: botte, insulti e persino rapporti sessuali forzati”.

L’apice è stato toccato qualche settimana fa, durante le vacanze natalizie: “Una sera pretendeva che lo aiutassi a gestire la segreteria telefonica e a rispondere ai messaggi. Non potevo, dovevo badare al nostro piccolo in preda alle crisi. Ma mio marito non ha tollerato il rifiuto, si è agitato e ha preso in mano un coltello con aria minacciosa. Ho recuperato i miei figli, la borsetta e sono scappata in caserma. Lì l’ho denunciato per maltrattamenti. E poi sono stata accolta da alcuni amici di famiglia per passare la notte, solo con il pigiama e i pochi vestiti rimasti addosso nella rapida fuga da casa”.

Per fortuna, in quel momento delicato, la donna ha incontrato la solidarietà dei piacentini: “Attraverso il gruppo Facebook A Piacenza chiedilo a me, ho lanciato un appello per ricevere qualche vestito per i miei figli. Non potevo mettere piede nel mio appartamento per prenderli dall’armadio, mio marito infatti era ancora lì”. E l’SOS lanciato nella dimensione virtuale dei social network ha dato risultati concreti nella realtà: molte persone hanno consegnato viveri e abiti in un punto di raccolta concordato online. “Ringrazio di cuore la gente per il sostegno”, sottolinea con commozione. Ora la donna vive in una comunità protetta, mentre i suoi figli – tra cui il ragazzino autistico – vengono seguiti dai servizi sociali. “E’ iniziata la battaglia legale per il divorzio e l’assegno di mantenimento. Spero di poter tornare presto alla normalità. Non desidero altro”.

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