Piacenza ricorda i morti della Pertite: “Pioveva terra dal cielo”. Sindaco in lacrime

08 Agosto 2022 13:31

Non solo autorità, associazioni, forze dell’ordine, istituzioni e liberi cittadini. Nella piazza che ricorda i morti della Pertite – lo scoppio avvenne l’8 agosto del 1940 – ci sono anche due volti anziani pieni di emozione. Gli occhi spalancati per rivedere quelle immagini: dimenticare è impossibile. “Ero una bambina, giocavo a nascondino in un palazzo vicino insieme ad altre amiche. Lo scoppio fu terribile”, racconta Bianca Rossi, 91 anni, che perse sua madre nell’esplosione. “Lei lavorava lì da qualche anno, purtroppo. Sono convinta che stesse uscendo dallo stabilimento, perché indossava proprio il suo abito più bello…”. Carlo Bianchi, invece, ricorda la sua corsa: “Avevo otto anni, ero terrorizzato. Fuggivo in mezzo a una pioggia di terra”.

Si è svolta stamattina la commemorazione in piazzetta Pescheria, nel cortile di palazzo Gotico, per lo scoppio alla Pertite – la fabbrica di caricamento proiettili in via Emilia Pavese – che 82 anni fa si portò via 47 vite umane, oltre a provocare centinaia di feriti. Tra i mazzi di fiori deposti dall’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, l’Associazione vittime civili di guerra e il Comitato Pertite, ecco il discorso del sindaco di Piacenza Katia Tarasconi: “Ricordare quanto è avvenuto è per noi qualcosa che rinnoviamo anno dopo anno. Si trattò di un colpo al cuore della fiorente industria bellica che già dodici anni prima, nel settembre del 1928, era stata fermata da un’esplosione di proporzioni meno devastanti, ma destinata a causare l’uccisione di 13 persone. E’ trascorso quasi un secolo da quei drammatici eventi. Decenni di conquiste importanti per la tutela dei diritti, della dignità e della sicurezza. Eppure, intorno, a noi, si continua a morire. Il mio grazie più sincero va a coloro che oggi sono qui con la memoria rivolta a quel drammatico giorno, a quell’acre odore di fumo in una città soffocata dall’afa e dal regime”. Poi il sindaco Tarasconi scoppia in lacrime, non nasconde l’emozione. Le lacrime rompono il protocollo istituzionale: “Per me non è facile parlare di un argomento come questo”, confessa alle autorità e ai cittadini presenti in piazza. Un minuto di raccoglimento esorta a non dimenticare, a rendere il passato doloroso un monito per il presente.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI:

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