Il tunisino ha fatto l’ultima telefonata a Giorgio Gambarelli

26 Agosto 2013 07:05

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Il presunto assassino dell’ex fisioterapista Giorgio Gambarelli è il “quarto uomo” che ha telefonato alla vittima la sera prima dell’omicidio. La sera del 26 luglio, Giorgio Gambarelli, (che 24 ore dopo è stato trovato cadavere nella sua casa di via Degani) ha ricevuto quattro telefonate. Una dalla sorella Luisella, con la quale aveva parlato di una visita dal dentista, una da un suora sua amica, che sentita dai carabinieri ha riferito che Giorgio le era apparso tranquillo e sereno. La terza telefonata era stata quella di un amico dell’ex fisioterapista, un ex antiquario di Rivergaro. Anche questa persona sentita dagli uomini del nucleo investigativo ha riferito di un colloquio telefonico cordiale con l’amico, e che nulla sembrava impensierirlo.
Vi era poi stata una quarta telefonata che per qualche tempo è rimasta misteriosa. I carabinieri hanno scoperto che la quarta chiamata è stata quella di F. A., 26 anni, tunisino, clandestino, accusato di omicidio volontario per la morte dell’ex fisioterapista, come abbiamo riferito nei giorni scorsi.
Circa quindici minuti più tardi il telefonino di F. A. avrebbe agganciato una “cella” di piazzale Marconi, e questo lascia supporre che F. A. era in stazione in attesa di un treno. Sempre seguendo le tracce lasciate dal telefonino è stato possibile appurare che il tunisino ha rapidamente raggiunto Genova. Da qui sarebbe subito ripartito sempre in treno per Ventimiglia, altre chiamate lo testimonierebbero. E probabilmente proprio mentre era in viaggio per Ventimiglia veniva scoperto dai vigili del fuoco il cadavere di Gambarelli, riverso nella camera da letto con la gola tagliata. I carabinieri del nucleo investigativo diretti dal capitano Massimo Barbaglia, e coordinati dal sostituto procuratore Ornella Chicca hanno successivamente seguito le tracce del sospettato arrivando ad analizzare le “celle” telefoniche che segnalavano il fuggiasco in Francia.
Gli ultimi contatti, secondo indiscrezioni, lo davano nella zona portuale di Marsiglia. Poi il tunisino avrebbe ancora fatto una chiamata in pieno mare Mediterraneo. La sua meta sembra essere la Tunisia.
Intanto l’avvocato Emilio Dadomo è stato nominato difensore d’ufficio dell’indagato.
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