Stop alla caccia alla volpe, 11mila firme. La Provincia annulla il provvedimento

18 Novembre 2013 18:55

Sit-in contro la caccia alla volpe (1)-800

Dal momento che l’Ispra deve inviare alcune precisazioni alla Provincia sul piano della volpe, l’ente di corso Garibaldi ha deciso di annullare il provvedimento, precisando che si tratta, tuttavia, di uno stop di carattere formale alla delibera. La decisione è maturata dopo che a Reggio Emilia è stato accolto il ricorso dell’Associazione vittime della caccia, Lac e Animal Liberation, che avevano impugnato il provvedimento della giunta provinciale reggiana con il quale veniva approvata la “Prosecuzione del piano di controllo della specie volpe” valido cinque anni per un totale di 1200 volpi da abbattere. Una volta ottenute le precisazioni dell’Ispra, il nuovo piano tornerà in giunta.

“Le volpi le vogliamo vive”. Più di 11mila firme raccolte per lo stop alla caccia
Sono 11.600 le firme consegnate in Provincia oggi pomeriggio da quindici associazioni ambientaliste e animaliste, ‘armate’ di manifesti con volpi vive e uccise imploranti aiuto: il tam tam sul web e anche nel centro cittadino ha riscosso particolare successo tra migliaia di piacentini, pronti a dare battaglia contro gli spari a 239 volpi dal primo dicembre. «A fronte di una sempre più diffusa sensibilità e attenzione alla tutela e al benessere animale – hanno detto gli organizzatori della raccolta firme -, non possono più essere accettati piani di abbattimento di questo tipo che diventano, di fatto, un modo per prolungare tutto l’anno la stagione venatoria. Tra le varie forme di abbattimento previste nella delibera, ne sono state autorizzate due particolarmente crudeli nei confronti degli animali, che hanno suscitato scandalo in tantissimi firmatari: ci riferiamo alla caccia in tana, autorizzata anche nei periodi di nascita e svezzamento dei cuccioli, e alla cattura con le trappole a cassetta, piccole gabbie che imprigionano l’animale e rischiano di diventare veri calvari di sofferenza, con morte lenta per sete e fame».

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