Malattie renali in aumento a Piacenza. Domani la giornata mondiale

11 Marzo 2015 11:05

equipe medica Nefrologia (1)

Ricorre domani la giornata mondiale del rene, dedicata alla prevenzione di malattie che colpiscono 1 italiano su 10; spesso non ci si accorge dell’insorgere della patologia renale, perché non ha sintomi importanti. Addirittura 1 italiano su 6 potrebbe avere una compromissione di grado medio della funzione renale e addirittura il 3 per cento di livello medio-avanzato. Negli Usa, per esempio, a causa di una minor attenzione alla dieta e a stili di vita a volte inadeguati, l’incidenza di malattie renali si tocca il 20 per cento della popolazione.
Un progressivo aumento delle malattie renali si registra anche a Piacenza, “dove – spiega il primario di Nefrologia e Dialisi Roberto Scarpioni – stiamo eseguendo trattamenti di dialisi anche con turni notturni”.
È inoltre in corso di avviamento un progetto per l’emodialisi a domicilio per migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Come da tradizione, i medici e infermieri del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Piacenza a fine aprile saranno in piazza Cavalli con una postazione in tenda per informare, far conoscere i segni delle malattie renali, misurare la pressione arteriosa e fare accertamenti preliminari di diagnosi a cittadini.
Nel frattempo, il primario Scarpioni coglie l’occasione per porre l’accento sull’importanza di riconoscere un’eventuale malattia renale negli stadi iniziali. “Conoscere la malattia renale ci consente di porre in essere tutte le terapie oggi a disposizione per controllare e rallentare l’evoluzione dell’insufficienza renale, prevenendo così l’eventuale necessità di dialisi o trapianto renale”.

L’iniziativa di sensibilizzazione ha lo scopo di porre l’attenzione sull’importanza della prevenzione nonché sulla necessità di rallentarne l’evoluzione e soprattutto di evitare le gravi e devastanti complicazioni cardiovascolari innescate dalla insufficienza renale avanzata. “Spesso le problematiche cardiache arrivano prima della progressione della malattia renale e prevenirne una può curare l’altra”. Secondo lo slogan dello scorso anno, curando i reni si cura anche il cuore.
Nel reparto di Nefrologia e Dialisi un migliaio di pazienti con malattia renale a vari stadi sono seguiti negli ambulatori, e un numero maggiore è gestito nelle fasi iniziali della malattia insieme ai medici di medicina generale, che hanno ruolo importante nel riconoscere e filtrare i pazienti a rischio.
La malattia renale cronica è una patologia in costante crescita ed è ormai un problema clinico, sociale e anche economico importante. È realistica la stima che nella popolazione adulta in Italia il 10-12 per cento della popolazione abbia un iniziale danno renale, ma il problema rimane ancora poco conosciuto e sottovalutato perché spesso clinicamente senza sintomi, almeno nei primi stadi della malattia.

Con esami semplici e poco costosi, del sangue e delle urine, e talvolta con un’ecografia renale, è possibile accertare la presenza di una malattia renale e classificarla clinicamente in 5 stadi, in modo semplice e applicabile in tutto il mondo.
I fattori di rischio per la diagnosi e la progressione della malattia renale cronica sono in gran parte comuni a quelli per le malattie cardiovascolari: i malati di diabete, di ipertensione arteriosa, di calcoli renali, di malattie cardiache, soprattutto se in età avanzata, i fumatori, gli obesi, chi utilizza abitualmente farmaci antidolorifici ed antiinfiammatori, hanno maggiore probabilità di esserne affetti, così come a volte chi ha già avuto un familiare con patologie renali.

Il messaggio importante e sempre più attuale è che la malattia renale cronica è un segnale predittivo di malattia cardiovascolare. Alterazioni della funzione renale o dell’esame delle urine possono comparire ben prima che il paziente avverta sintomi (magari di danno al cuore, la cardiopatia ischemica) o che indagini strumentali o di laboratorio possano evidenziare la malattia cardiovascolare. Un intervento precoce su chi è affetto da malattia renale cronica aumenta le possibilità di successo della prevenzione ed anche della cura delle malattie cardiovascolari.

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