Uccise la prostituta Betty Ramirez: in manette latitante da 18 anni

13 Luglio 2018 18:22

Sequestrò e uccise il 18 dicembre del 1999, assieme a Robert Ziu ed Erjon Sejdirai, la giovane prostituta ecuadoriana Betty Ponce Ramirez, dandosi poi alla fuga e vivendo da latitante per 18 anni. Ieri mattina, giovedì 12 luglio, Fatmir Vangjelai, inserito nella lista dei 100 latitanti più pericolosi ricercati a livello nazionale e internazionale dalle forze dell’ordine italiane, è stato arrestato a Tirana: decisiva, per catturare il 40enne albanese, la cooperazione tra il Nucleo investigativo dei carabinieri di Piacenza e l’Interpol, che hanno definitivamente posto la parola fine su uno dei più efferati crimini della nostra provincia. Ziu, infatti, venne arrestato nel 2006 negli Stati Uniti (per lui 23 anni di reclusione), mentre Sejdirai (che era stato condannato all’ergastolo) fu catturato nel 2015 in Belgio. “L’ultimo assassino che mancava all’appello è stato, infine, consegnato alla giustizia – commenta il colonnello Corrado Scattaretico, comandate provinciale dei carabinieri di Piacenza, – è stata mantenuta la promessa fatta ai genitori della giovane vittima”.

La 19enne equadoriana era stata infatti rapita, seviziata e uccisa dalla banda di sfruttatori, che voleva affermare il proprio dominio sulle altre bande. Vangjelai, dopo l’omicidio della giovanissima prostituta (il cui cadavere venne ritrovato lungo le rive del Po a Mortizza il 20 febbraio del 2000) scappò nella provincia di Chieti, dove si stabilì sotto falsa identità per non farsi scovare. Nel 2006 mise al mondo una bambina con la propria compagna e, dopo la cattura di uno dei suoi complici, adottò l’identità del fratello. Quest’ultimo venne però arrestato in Albania nel 2010, evento che costrinse Vangjelai a cambiare ancora una volta identità. I carabinieri, a questo punto, sono riusciti ad individuare la compagna e la figlia 12enne del ricercato, iniziando ad osservare i loro spostamenti e continui viaggi tra l’Albania e l’Italia. Proprio durante il loro ultimo soggiorno, i militari hanno applicato un intenso pedinamento, successivamente portato avanti in Albania dai colleghi albanesi. Dopo quattro giorni di appostamenti si è deciso di intervenire, una volta cioè che le due si sono ricongiunte a Tirana con Vangjelai.

Ieri l’ultimo capitolo di questa storia lunga 18 anni, con le forze dell’ordine albanesi che hanno arrestato il ricercato nella propria abitazione, mentre si stava recando al lavoro. Vangjelai si trova ora in carcere in Albania, in attesa dell’estradizione. E’ condannato a 23 anni per sequestro di persona, omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. La pena è definitiva.

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