Arresto Don Segalini, Monsignor Chiesa: “Addolorati”

01 Agosto 2019 19:42

Incredulità e sgomento nella nostra provincia alla notizia dell’arresto di Don Stefano Segalini, ex parroco di San Giuseppe Operaio accusato di violenza sessuale e riduzione di altre persone in stato di incapacità. I casi su cui gli inquirenti stanno indagando, con tutte le cautele e precauzioni che una vicenda così delicata richiede, sarebbero una decina e riguarderebbero ragazzi maggiorenni. Il vescovo Gianni Ambrosio, al momento, non ha voluto commentare la vicenda. Era stato proprio lui, nel maggio scorso, a chiedere al parroco di dimettersi per “comportamenti ritenuti non consoni agli impegni del ministero sacerdotale”. Le voci avevano iniziato a circolare insistentemente e le indagini erano partite. Un’inchiesta interna sarebbe stata avviata anche dalla curia di Piacenza.

Il sospetto degli investigatori è che abbia usato dello sostanze per stordire le presunte vittime e renderle incapaci di opporsi alle avances. Accuse pesantissime che hanno spinto il pm Emilio Pisante a chiedere una misura cautelare. Don Segalini verrà ascoltato nei prossimi giorni e, se lo deciderà, potrà raccontare anche la sua versione dei fatti. 

In serata, il vicario generale della Diocesi Piacenza-Bobbio Monsignor Luigi Chiesa ha espresso il proprio parere sulla vicenda con una breve nota pubblicata sulla versione online de “Il Nuovo Giornale” e che riportiamo integralmente:

“La notizia dell’arresto di don Stefano Segalini e del provvedimento cautelare deciso dalla magistratura ci addolora profondamente. Il dramma di chi si dichiara vittima di abusi come pure il dramma di chi si ritrova accusato di una colpa tanto grave ci chiedono anzitutto vicinanza e preghiera. Confidiamo che si giunga il più rapidamente possibile a chiarire i fatti e le responsabilità. Assicuriamo preghiera e vicinanza a tutti coloro che sono coinvolti in questa tristissima vicenda e in particolare alla comunità di San Giuseppe Operaio.

Per la delicatezza della situazione e il rispetto dell’operato della magistratura nelle indagini in corso, riteniamo doveroso non rilasciare ulteriori commenti. E se queste notizie ci riempiono di dolore, proprio per questo come cristiani siamo chiamati tutti ancor più urgentemente a dare testimonianza responsabile ed evangelica perché, come altre volte è accaduto nella storia della Chiesa, anche attraverso queste ferite ci sia una rinascita”.

 

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