Viaggio in Uganda con Africa Mission, il diario di Betty Paraboschi

20 Novembre 2019 04:33

Sabato scorso, 16 novembre, operatori e volontari di Africa Mission sono partiti per l’Uganda per una delle tradizionali missioni benefiche. Con loro, anche alcuni studiosi dell’università Cattolica di Piacenza. Lo scopo del viaggio è quello di supervisionare i numerosi progetti che l’associazione sta portando avanti in Karamoja, ma anche celebrare il venticinquesimo anniversario della morte di don Vittorio Pastori, che nel 1972 fondò il movimento Africa Mission nella città di Piacenza.
La giornalista di Libertà Betty Paraboschi è con loro e racconterà quanto stanno vivendo.

Per alcuni è il 48esimo viaggio. Per altri invece è il primo. Eppure per ognuno di noi, che l’altro ieri ci siamo lasciati alle spalle il grigio freddo dell’autunno italiano, l’Uganda è terra da scoprire. L’occasione stavolta è ricordare il 25esimo anniversario della morte di don Vittorio, ma nel contempo vedere quanto è stato fatto e quanto va ancora avanti grazie all’energia dei volontari di Africa Mission.

All’aeroporto di Kampala ieri, ad accoglierci, sono stati ancora una volta Pier Giorgio Lappo e la moglie Cristina che in queste ore ci stanno guidando verso Gulu: è lì che tutto è iniziato, che il nucleo di Africa Mission è partito. 380 chilometri dalla capitale che stiamo attraversando in pulmini: superiamo tanti villaggi, piccole moschee, campi coltivati. Superiamo Luuwero dove oggi sorge una scuola ma nel 1983 c’erano cinque campi profughi con 35 mila persone: almeno così lo ricorda Giovanni Paci, uno dei volontari storici di Africa Mission di nuovo in viaggio con noi. Superiamo Rwekunye coi suoi sacchi di sabbia disposti in fila sul bordo della strada. Superiamo un camion finito in un fosso, degli studenti che camminano e camminano. Noi mangiamo noccioline comprate in un autogrill che è tutto meno che un autogrill e dopo poco Pier Giorgio riceve la buona notizia della giornata: la delegazione ugandese dell’Unione Europea finanzia un nuovo progetto di Africa Mission dedicato alla formazione professionale. In pratica nei prossimi tre anni 600 giovani potranno aprire in proprio delle attività da fabbri, muratori, parrucchieri e street food fra Moroto e Tapac.

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