Sanita, Augusto Pagani: “Autonomia del paziente al centro della medicina”

28 Novembre 2019 04:22

L’avvento del Servizio sanitario nazionale, l’aumento dei costi della sanità, la “divinizzazione” della medicina e la burocrazia influenzano il rapporto fra medico e paziente. Ne è convinto Augusto Pagani, medico di medicina generale e presidente provinciale dell’Ordine dei medici, che è stato l’ospite dell’ultimo “Mercoledì della medicina” organizzato nella Fondazione di Piacenza e Vigevano.

“Il rapporto tra medico e paziente – esordisce Pagani – si instaura a partire da uno stato di malattia ed è caratterizzato da specifici doveri e diritti, morali e giuridici. Questa relazione, fin dai tempi di Ippocrate, è stata contraddistinta da un’etica medica paternalistica, vale a dire da una concezione etica che prescrive di agire, o di omettere di agire, per il bene di una persona senza che sia necessario chiedere il suo assenso, in quanto si ritiene che il medico abbia la competenza tecnica necessaria per decidere in favore e per conto del paziente”.

Oggi, invece, gli equilibri sono cambiati radicalmente: “Ora – prosegue Pagani – è subentrato un modello che pone al centro il rispetto dell’autonomia del paziente. In tal modo, il rapporto diventa una relazione simmetrica: i contraenti sottoscrivono liberamente un patto di cura, in cui risultano rilevanti il dovere del medico di informare il paziente e di ottenere il suo consenso, e il diritto del paziente di decidere a quale trattamento sanitario sottoporsi o non sottoporsi affatto”.

Anche Ivan Cavicchi, docente all’università Tor Vergata di Roma ed esperto di politiche sanitarie, è intervenuto al fianco di Pagani.

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