Industria lodigiana in ginocchio: “Ai Ministeri chiediamo aiuti concreti”

26 Febbraio 2020 05:00

E’ un silenzio surreale quello che si avverte in località Mirandolina, poco fuori Codogno: il cuore pulsante del polo industriale lodigiano si è infatti improvvisamente spento, nei giorni dell’emergenza Coronavirus. Centinaia di aziende sono infatti in ginocchio, così come i numerosi lavoratori costretti a stare a casa.

“In questo momento la zona è completamente ferma – ha affermato il presidente di Confartigianato Lodi Sabrina Baronio – dato che tutte le aziende si sono adeguate a quelle che sono le direttive ministeriali e hanno interrotto la produzione. La situazione è preoccupante: molte attività, infatti, non riescono a reggere questa chiusura di 15 giorni. Qui nel Lodigiano, nella fascia rossa, operano 3.500 aziende per un totale di circa 13mila addetti. Se però aggiungiamo anche tutte le imprese della cosiddetta area gialla, arriviamo ad un totale di 15mila imprese con circa 56mila addetti. Allo stato attuale i Ministeri si sono espressi in maniera poco chiara: chiediamo che arrivino al più presto misure concrete in aiuto alle nostre imprese”.

Chiarimenti normativi invocati a gran voce anche da Confcooperative Piacenza, che ha contato circa 600 lavoratori associati lasciati momentaneamente a casa a causa delle chiusure di strutture e servizi alle persone a seguito di ordinanze emesse dalle autorità competenti.

Altrettanto surreale è la situazione relativa a quelle migliaia di persone che risiedono nella zona rossa, chiuse in casa ormai da sei giorni.

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