L’amore è più forte del virus: Emma e Adriano dimessi insieme

17 Aprile 2020 04:00

Lei avvicina la testa e gli dà un bacio sulla guancia. Lui chiude gli occhi e si lascia avvolgere dall’emozione, come se fosse la prima volta: in sessant’anni di matrimonio il loro amore non si è mai spento. Persino la maledetta epidemia da coronavirus ha scelto di rinsaldare il loro rapporto: la malattia non li ha divisi, anzi li ha riuniti nella stessa stanza per ventiquattr’ore al giorno. Dallo scorso 22 febbraio ad oggi, Emma Chiusa (79 anni) e Adriano Ughini (86 anni) sono stati ricoverati all’ospedale di Bobbio: fianco a fianco, abbastanza vicini per stringersi la mano mentre le mascherine pompavano ossigeno nei loro polmoni. Dopo quasi due mesi nel reparto Covid in Alta Valtrebbia, la coppia è stata dimessa: “Ci mancherà tutto il personale sanitario”, dicono i due pensionati piacentini, residenti a Pontenure. “L’assistenza è stata impeccabile, con tanta professionalità e una dose immancabile di umanità”.

Emma e Adriano finalmente tornano a casa, esattamente allo stesso modo in cui erano entrati in ospedale otto settimane fa: insieme, sempre e comunque. A partire dai primi giorni dell’emergenza sanitaria, infatti, entrambi avevano fatto i conti con i sintomi riconducibili al coronavirus: febbre alta e difficoltà respiratorie. Si trattava di una polmonite da Covid-19, che rischiava di aggravare due quadri clinici già debilitati: Chiusa è una paziente oncologica e Ughini è un malato ematologico. L’autoambulanza li ha quindi trasportati a Bobbio, struttura interamente convertita in supporto all’allerta da coronavirus con ventidue posti letto. “Abbiamo trovato un’equipe sanitaria competente e attenta a ogni nostra esigenza”, sottolineano Emma e Adriano, che non a caso – durante le telefonate con i figli a casa – hanno ribadito più volte come la stanza d’ospedale sembrasse un ambiente così accogliente e domestico. Anche nei periodi bui, mentre l’infezione diventava più aggressiva. La buona notizia della loro dimissione dal reparto di medicina dell’Alta Valtrebbia, naturalmente, fa tirare un sospiro di sollievo ai tre figli Massimo, Monica e Sabrina, coordinatrice sanitaria dell’Asl di Piacenza. “Sapere che il peggio è passato – commenta quest’ultima – è rassicurante. Ma ero certa che i miei genitori fossero in ottime mani, quindi ero tranquilla”. Il grazie di Sabrina e dei suoi fratelli va all’intera equipe di Bobbio, in particolare alla coordinatrice Federica Delvago e al dottor Antonio Manucra.

Ieri mattina tutti i medici e gli infermieri – bardati con caschi, mascherine e guanti – hanno salutato i due pazienti con un grosso applauso. A loro, alla loro voglia di vivere e all’amore autentico che vince ogni difficoltà.

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