Cacciatori fermi, cinghiali “scatenati”. Danni alle colture

03 Luglio 2020 03:35

I cinghiali hanno proliferato nel periodo del lockdown, ed ora stanno causando danni all’agricoltura. Diverse segnalazioni sono arrivate da agricoltori della Vallongina e della Valstirone, nella parte più orientale della provincia piacentina che confina con quella parmense. “Interi branchi di cinghiali arrivano a cibarsi del favino (un cereale, ndc), dei piselli, dei girasoli, e il loro passaggio rovina i campi e i seminati”, testimonia un agricoltore di Bacedasco. “Arrivano anche a mangiare l’uva dei vigneti”, aggiunge un altro. Tra gli altri campi “attaccati” quelli di patate o colture pregiate come lo zafferano.
Per i piani di contenimento dei cinghiali, operano (su mandato della Regione) i cacciatori dell’Atc 7 che comprende tre squadre e copre il territorio di Vernasca Morfasso e Farini.

“Il problema è stato che a febbraio, marzo e aprile non potevamo uscire – spiega il presidente dell’Atc, Tonino Lamberti –. Abbiamo ripreso il 4 maggio, quando la Provincia ha fatto una delibera straordinaria per consentire le battute. Sono state fatte seguendo le linee regionali, con un numero ridotto di cacciatori. Una soluzione potrebbe essere quella di prolungare il periodo venatorio, portandolo dagli attuali 90 a 120 giorni, ovvero dal 1 ottobre a tutto gennaio”.

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