Dpcm e scuola alle 9, i presidi: “Restiamo in attesa di chiarimenti”. Resta il nodo trasporto scolastico

19 Ottobre 2020 16:57

Lezioni in presenza, ma anche didattica a distanza, ingressi posticipati per le superiori e comunque non prima delle 9. È quanto ha disposto il nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte sulla scuola, firmato domenica 18 ottobre. Tutto nell’ottica di contrastare la diffusione del contagio da coronavirus.

Ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo le difficoltà oggettive che i presidi, interpellati al proposito, ci hanno esposto. Prima tra tutti la necessità, propedeutica, di un inevitabile e preventivo riassetto del trasporto scolastico. “Buona parte dei nostri studenti arrivano dalla provincia – è il coro dei dirigenti scolastici – e per far sì che arrivino alle 9 ci vogliono i pullman che li trasportano e li riportino a casa”.
Ulteriori bus, quindi,oppure gli stessi pullman che un’ora prima o poco più hanno trasportato sia i lavoratori sia chi continua ad entrare alle 8.

Una profonda riorganizzazione della rete di trasporto, che richiede risorse e tempi di pianificazione. Le nuove disposizioni in materia di scuola non entrano in vigore immediatamente, ma il Dpcm lascia tempo fino al 21 ottobre, due giorni, quindi, per riorganizzarsi. Troppo pochi, secondo i presidi, soprattutto per l’agenzia di mobilità.

E poi c’è la questione del punto 6 dell’articolo 1. I provvedimenti (posticipazione degli orari di ingressi, lezioni a distanza) sono subordinati, secondo l’interpretazione dei diretti interessati, alla comunicazione al Miur, da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie, delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali.

Quindi per il momento i presidi restano in attesa di chiarimenti, disponibili a incontri per capire se e come rendere fattibile le indicazioni del presidente del consiglio. La speranza è che non si creino le condizioni di criticità che indurrebbero gli enti locali a fare la segnalazione. “In mancanza di ulteriori mezzi di trasporto saremo obbligati a fare didattica a distanza, per la quale siamo già pronti” spiegano i presidi.

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