Bar, ristoranti e palestre tornano in piazza: “Rischiamo di morire”

03 Novembre 2020 03:58

“Il primo lockdown mi ha causato una perdita di 70mila euro, più o meno. Adesso quanti soldi dovrò rimetterci?”. Parla anzitutto da ristoratore, Cristian Lertora – titolare di un locale in città e presidente provinciale di Fipe, la federazione dei pubblici esercizi. La rabbia ha lasciato il posto all’esasperazione: “Le limitazioni sembrano irreversibili. A questo punto, si spera almeno in un sostegno economico adeguato. Altrimenti le attività muoiono”. Una richiesta che verrà ribadita oggi pomeriggio (3 novembre) in una nuova manifestazione di protesta convocata sul Facsal alle ore 19. “Con questo sit-in – spiega Lertora – bar, ristoranti, palestre, centri sportivi e piscine di Piacenza e provincia ribadiranno la necessità di aiuti concreti contro la crisi provocata dai decreti anti-Covid. Parliamo di settori martoriati, che non vedono la luce in fondo al tunnel. Di imprenditori che sentono la responsabilità di mantenere decine di dipendenti, delle loro famiglie che rischiano di finire in strada”.

La scorsa settimana, le categorie piacentine avevano già organizzato un corteo in centro storico al grido “Se lavorare non è più un diritto, pagare le tasse non è più un dovere”, in aperta contestazione contro le misure restrittive imposte dal governo Conte.

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