Usura e riciclaggio tra Lombardia, Emilia e Calabria: confiscati beni per 17 milioni

13 Novembre 2020 11:50

Una confisca di beni del valore complessivo di 17 milioni di euro è stata effettuata dalla Guardia di finanza di Cremona in collaborazione con quella di Crotone, ai danni di soggetti ritenuti appartenenti alla ‘ndrina capeggiata dal boss Nicolino Grande Aracri.

Le indagini, che hanno preso spunto da un episodio di usura ai danni di un imprenditore cremonese da parte di un usuraio piacentino, hanno consentito di portare alla luce ulteriori episodi ai danni di imprenditori emiliani. In un caso è stato accertato un prestito sul quale è stato applicato un interesse del 200%: a fronte di 700mila euro la vittima è stata costretta e restituirne oltre un milione. Gli indagati utilizzavano società fasulle i cui bilanci apparivano perfettamente regolari grazie alla complicità di professionisti conniventi e i proventi delle attività illecite venivano riciclati nell’acquisto di complessi immobiliari, di strutture turistico-alberghiere, di società agricole, edili immobiliari ed in imprese di trasporti e logistica.

“Le attività – si legge in una nota – condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Cremona e coordinate della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, hanno consentito alla Corte d’Appello del capoluogo emiliano di giungere alla definitiva condanna di esponenti di spicco della cosca stanziatasi nelle aree di confine tra Lombardia ed Emilia”.

Nell’operazione i finanzieri di Cremona hanno definitivamente confiscato 28 immobili, ubicati nella provincia di Crotone, 5 società operanti nel settore dell’edilizia, logistica e ristorazione, operanti nelle provincie di Crotone, Parma e Vicenza ma anche 5 abitazioni e una barca. Parte di quanto confiscato verrà messo a disposizione delle forze dell’ordine e della collettività.

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