Nessun colpevole per i morti nell’alluvione del 2015: inchiesta archiviata

18 Novembre 2020 17:21

Nessun colpevole per la drammatica alluvione del 14 settembre 2015 che costò la vita Filippo e Luigi Agnelli e alla guardia giurata Luigi Albertelli.
Accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Matteo Centini, il gup Fiammetta Modica ha archiviato la posizione dei sei tecnici che erano stati indagati per concorso colposo in omicidio colposo e disastro colposo: quattro della Provincia, uno della Regione e l’allora responsabile della Diga di Boschi.
Il tribunale ha ritenuto che le indagini condotte dai carabinieri in questi anni siano state ampie ed esaustive, con tanto di perizia che attestò l’eccezionalità dell’evento. Inoltre, ha ritenuto che quando l’allarme sulla piena del Nure giunse in prefettura, alle 4,49, non c’era ormai più tempo per intervenire e chiudere la provinciale 654R, che poi crollò all’altezza di Recesio (Bettola) inghiottendo le auto su cui viaggiavano le vittime.
Nessuna responsabilità è stata quindi accertata e l’indagine si chiude qui.

“Morirò senza avere ottenuto giustizia”, ha commentato Ornella Degradi, moglie di Filippo e madre di Luigi Agnelli, che si era opposta a una prima richiesta di archiviazione.

Un’inchiesta che si chiude senza colpevoli, così come accadde per un altro disastro scolpito nella mente dei piacentini: il crollo del ponte sul fiume Po tra Piacenza e San Rocco. Era il 30 aprile 2009 quando cedette una campata: allora non ci furono vittime, ma tre feriti. Per il tribunale di Lodi non ci fu responsabilità dei 5 dirigenti e tecnici Anas allora imputati, assolti dall’accusa di non aver curato la manutenzione del viadotto.

E’ ovviamente ancora aperta l’indagine sul cedimento di Ponte Lenzino, spazzato via dalla piena del Trebbia il 3 ottobre scorso.

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