Piazza Duomo, commercianti e residenti: “Ridateci la renna, zona desolata”

22 Novembre 2020 00:05

Commercianti e residenti della zona di piazza Duomo rivogliono la slitta con la renna che era stata collocata di fronte alla Cattedrale di Piacenza nei giorni scorsi e poi subito tolta dal Comune dopo le critiche di alcuni cittadini ed esponenti politici, sollevate sui social. “Quest’anno sarà un Natale tra i più brutti della storia, e il contraccolpo più duro lo subiranno i bambini, perché alcuni di loro non avranno più i nonni, mancati a causa del Covid, altri non potranno vederli per non correre il rischio di contagiarli e altri ancora saranno divisi dalle normative vigenti che non consentono di spostarsi in altre regioni – spiega Cinzia Guarnieri residente di via Legnano, allora mi chiedo perché togliere uno dei simboli più amati proprio dai bambini. Nelle poche ore in cui la renna è rimasta in piazza Duomo, molti piccoli si sono avvicinati per accarezzare il manufatto, giocare o per scattare foto. Nei loro occhi ho visto stupore e felicità. Questa è la festa dei bambini dobbiamo pensare a loro e non al “salotto bene di Piacenza” o ai canoni estetici degli adulti”.

L’allestimento delle luminarie, compreso l’orsetto natalizio appeso in largo Battisti, era stato criticato sui social da altri residenti e l’assessore al commercio Stefano Cavalli aveva subito provveduto a rimuovere sia l’orso che la slitta, spiegando che “in effetti non erano figure adeguate, né eleganti e che si era trattato di un errore commesso dalla ditta incaricata, la società Etabeta di Reggio Emilia. Ma alcuni commercianti di piazza Duomo non ci stanno: “All’ingresso della città campeggia la scritta “Piacenza città dei bambini”, scelte così non vanno in quella direzione”. I negozianti ricordano poi che la zona di piazza Duomo versa in uno stato di degrado e abbandono. “La piazza e le aree limitrofe, come via Legnano e via Daveri, sono molto trascurate” – spiega la negoziante Mina Bonelli. Si aggiungo al coro Beatrice Stefanoni, Simona Zaneboni, Paolo Gobbi e Rita Botti: “C’è sporcizia ovunque, è una desolazione e ci sentiamo abbandonati”.

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