L’Arma non si costituisce parte civile. Israel: “Picchiato senza motivo”

14 Dicembre 2020 11:40

E’ iniziato questa mattina, lunedì 14 dicembre, il processo nei confronti dei carabinieri della caserma Levante, accusati di torture, lesioni, estorsione, spaccio di droga e arresti illegali, in combutta con un gruppo di spacciatori-informatori. Un caso scoppiato nel luglio scorso. Cinque carabinieri finirono in cella, un maresciallo ai domiciliari, altri militari denunciati, tra cui un ufficiale, senza contare una decina d’altri arresti per spaccio di stupefacenti. Venne addirittura sequestrata la caserma, primo caso nella storia d’Italia, da poco riaperta con un nuovo comandante. Per 15 degli accusati, ora è arrivato il momento di presentarsi in aula.

Nella prima udienza in tribunale del processo con rito abbreviato e dei patteggiamenti davanti al giudice Fiammetta Modica per il caso Levante, sono state avanzate tredici richieste di costituzione di parte civile. Tre riguardano associazioni e sindacati (PdM, Partito per la tutela dei diritti dei militari, Nsc, Nuovo sindacato carabinieri e Silca, Sindacato italiano lavoratori carabinieri) mentre le altre dieci riguardano le parti offese. Tra queste quella di Israel Anyanku , il giovane che sarebbe stato picchiato dai carabinieri della Levante e la cui foto era diventata il simbolo dell’inchiesta. “Ho detto la verità: sono stato picchiato senza nessuna accusa. Adesso voglio giustizia” ha spiegato il giovane, accompagnato dall’avvocato Ali Listi Maman. Tra le costituzioni di parti civili non risultano l’Arma dei Carabinieri che era stata indicata come parte offesa, né il Comune di Piacenza.
L’udienza è stata rinviata al 18 dicembre.

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