Proteste contro le chiusure: a Piacenza gli esercenti scelgono la legalità, ma chiedono aiuti

14 Gennaio 2021 19:28

“Seguiamo la via della legalità. Diciamo no a iniziative che peggiorino la situazione e ci penalizzino ulteriormente”. In città, a Piacenza, la protesta #ioApro1501, che prevede l’apertura al pubblico di bar e ristoranti a partire dal 15 gennaio, in contrasto con le disposizioni anti Covid del Governo, non ha preso piede. Gli esercenti ritengono che questa iniziativa, nata da un imprenditore di Pesaro e che ha già raccolto migliaia di adesioni a livello nazionale, non possa fare la differenza. “Più utile chiedere aiuti concreti che, ad oggi, sono invece insufficienti per coprire le perdite subite a causa delle restrizioni”- il coro unanime. “La situazione per noi è gravissima – spiegano i baristi ai microfoni di Telelibertà – gli aiuti arrivati da marzo ad oggi non ci bastano neppure per pagare gli affitti mensili. Non parliamo degli stipendi ai dipendenti, della luce, riscaldamento e delle materie prime”.

Intanto oggi il prefetto Daniela Lupo ha convocato una riunione con i rappresentanti delle associazioni di categoria: Confcommercio, Fipe e Confesercenti, proprio per parlare della situazione di bar e ristoranti piacentini. Il sindaco Patrizia Barbieri ha chiesto i numeri delle perdite economiche a livello locale per potersi far portavoce delle richieste degli esercenti, portando le istanze al Governo. Alla riunione erano presenti anche i vertici delle forze dell’ordine. Proprio ieri il prefetto aveva richiamato l’attenzione “sulla necessità di vigilare sulle manifestazioni che rischiano di degenerare”.

I vertici delle associazioni di categoria hanno rappresentato la profonda preoccupazione, per la situazione economica in cui versa la maggior parte delle aziende, dopo mesi di aperture e chiusure, con un possibile impatto anche sull’occupazione e sulla tenuta sociale. Per superare le criticità emerse si terranno nei prossimi giorni mirati incontri coinvolgendo gli enti pubblici maggiormente interessati (Inps, Agenzia delle Entrate) ma anche il mondo creditizio e bancario per individuare ulteriori azioni a sostegno del credito a imprese in crisi di liquidità a causa dell’emergenza.

 

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