Il Festival incorona Mengoni. Gran finale verdiano per Sanremo di Fazio-Littizzetto

17 Febbraio 2013 01:40

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Il televoto, padrone assoluto del Festival, ha decretato il vincitore di Sanremo 2013: il superfavorito Marco Mengoni con “L’essenziale”. Finalisti anche i Modà, boy-band che ha presentato “Se si potesse non morire”, e i dissacranti Elio e Le Storie Tese con “Canzone mononota”. Per quanto riguarda i Giovani, la penultima serata aveva già incoronato vincitore Antonio Maggio con “Mi piacerebbe sapere”.
E ad essere premiata dall’audience è stata questa 63esima edizione, caratterizzata dalla conduzione (eccessivamente) garbata di Fabio Fazio, affiancato dalla grintosa ironia di Luciana Littizzetto. Una coppia vincente, che ha saputo trattenere, per ciascuna delle cinque serate della kermesse, milioni di telespettatori incollati all’apparecchio. Nonostante qualche parentesi banale, già vista e già sentita, le polemiche (inutili) sull’apertura satirica di Maurizio Crozza ed il monologo di Littizzetto contro la violenza sulle donne, a poche ore dall’annuncio dell’uccisione della fidanzata di Pistorius.
Non sempre all’altezza si è rivelata l’originalità delle canzoni, scelte dal direttore artistico Mauro Pagani (ex Pfm), complice qualche traballante interpretazione. Non tutti i concorrenti potevano infatti vantare la musicalità di Raphael Gualazzi, la voce raffinata di Malika Ayane o lo charme della coppia formata da Simona Molinari e Peter Cincotti – quest’ultimo, celebre crooner la cui famiglia vanta origini piacentine.
E se da un lato è emersa soprattutto la “canzone televisiva”, con personaggi estrapolati dai vari talent o comunque da rodate storie musicali e televisive (Elio e le Storie Tese, premiati anche dalla Critica e per il Miglior arrangiamento), pregevoli sono stati i momenti dedicati alla musica lirica, da Verdi a Wagner. Più povero è parso il parterre degli ospiti – giocato su alcuni nomi molto popolari, da Roberto Baggio ad Andrea Bocelli – ma, visti i costi generali della kermesse (troppo lunga e costosa), forse agli italiani è andata meglio così.
In conclusione, viene da domandarsi quante delle canzoni del Festival entreranno nella nostra memoria. Ma questa, negli ultimi anni, è ormai una domanda superflua.

 

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