Alluvione, asse Foti-Dosi: “No alle promesse”. In aula un neonato

28 Settembre 2015 16:26

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Il consiglio comunale di Piacenza si allarga: il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Barbara Tarquini si è infatti presentata oggi in aula con Bruno, il figlioletto di 4 mesi. Un modo per unire il ruolo di mamma con quello di amministratore.

In sede di comunicazioni il consigliere di Fratelli d’Italia Tommaso Foti è tornato sul tema della alluvione: “L’ok del consiglio dei ministri alla concessione dello stato di emergenza per Piacenza non è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, fino ad allora annunci trionfalistici e distribuzione di soldi sono fuori luogo”. Ill sindaco Paolo Dosi, un po’ sorprendentemente, si è avvicinato alle parole del rappresentante dell’opposizionei: “Credo che sia un’emergenza che vada gestita nella maniera più condivisa e larga possibile, forse a causa di un corto circuito non siamo stati invitati all’incontro di ieri a Zerba. In ogni caso, noi non seguiremo gli annunci ma parleremo di azioni concrete senza fare promesse, perché poi i cittadini se non le vedono rispettate vengono a tirare la giacchetta a noi sindaci”. In aula qualcuno ha letto queste dichiarazioni come una critica indiretta al sottosegretario Paola De Micheli e all’assessore regionale Paola Gazzolo.

Il rappresentante Pd Claudio Ferrari ha criticato la presenza di Vittorio Sgarbi a una recente iniziativa della galleria Ricci Oddi, “visto le parole che aveva speso contro Piacenza”. Il presidente del consiglio Christian Fiazza ha annunciato che chiederà spiegazioni al cda della galleria d’arte, partecipata dal Comune.

L’assessore Giorgio Cisini, rispondendo a una sollecitazione proprio di Foti, è tornato su un episodio che lo ha visto protagonista: “La mia vettura è stata ferma in divieto di sosta perché si era rotto un pezzo dello sterzo, non si poteva muovere. Ho preso la multa e la pagherò, così come fatto con le altre”.

Paolo Garetti di Sveglia ha denunciato invece la presenza di molti questuanti in centro storico: “Sabato mattina, in concomitanza tra l’altro con il festival del Diritto, ne ho contati 12. Si affronti il problema”.
Marco Tassi ha rilanciato un tema su cui insiste da mesi: “In via Mascaretti non c’è un centro culturale islamico, ma una moschea: perché non viene chiuso? Non ci sono le norme di sicurezza per l’attività che vi viene svolta all’interno”. Il sindaco Dosi ha riferito che l’associazione islamica ha assicurato che trasferirà entro sei mesi la propria attività in un luogo più adatto.

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