Ferrari: “Il teatro è una cosa seria, il silenzio prolungato è diventato rumoroso. Riapriteci”

12 Febbraio 2021 00:05

“Il teatro è una cosa seria, fare silenzio e farlo fare è dovere di tutti”, è una “regola non scritta”, ma conosciuta da chiunque frequenti i teatri per rispetto di chi lavora. Oggi però quel silenzio sta diventando un “fardello” non più sopportabile. E’ Cristina Ferrari, direttore artistico del Teatro Municipale di Piacenza a pubblicare sul proprio profilo Facebook un grido d’allarme legato alla chiusura dei teatri. “Il teatro è una cosa seria. Ora più che mai è giusto dirlo, ma del silenzio si è stanchi, troppo stanchi” – scrive. Ferrari in un’intervista a Telelibertà dà sfogo a tutte le plausibili preoccupazioni del momento: “Quella che è di fatto una legge del teatro da sempre, cioè quella di onorare il silenzio per rispettare chi sta lavorando sul palcoscenico, in questo caso l’ho utilizzata in modo provocatorio per dire che il silenzio adesso è troppo. E’ diventato rumoroso, mette ansia. Non si può continuare così, non si può pensare di restare in silenzio ancora per molto tempo, soprattutto per chi lavora. Noi chiediamo che si riconosca al teatro ciò che viene riconosciuto a qualsiasi altra impresa – prosegue Ferrari – il teatro è un’azienda che produce lavoro e se tutte le altre imprese, in questo momento, pur mantenendo il rispetto delle disposizioni di sicurezza per i lavoratori, sono aperte,  mi domando perché non debba essere garantita l’apertura dell’attività di un teatro”.

Ferrari ricorda l’impegno assunto per rispettare le norme anti-Covid all’interno del Municipale e le spese sostenute: “È’ giusto che ci sia il massimo rispetto delle regole per la tutela di tutti. Non capisco che differenza ci sia andare a teatro con il pubblico contingentato rispetto a recarsi al supermercato per fare la spesa, dove tocchiamo i carrelli e nessuno guarda le distanze, come noi invece che siamo obbligati a farlo”. Tutti i lavoratori del teatro Municipale sono stati sottoposti periodicamente ai tamponi Covid così come gli orchestrali e tutti coloro che hanno lavorato agli spettacoli che, in questi mesi, sono stati trasmessi via streaming. Sono stati sostenuti anche ingenti costi per realizzare pannelli in plexiglass che dividessero i palchetti. “Ovviamente non vogliamo riaprire con i 1.400 posti disponibili in teatro, sappiamo di dover riapartire con il distanziamento come abbiamo fatto l’estate scorsa a Palazzo Farnese – spiega Ferrari – dobbiamo concedere l’ingresso solo a 250 persone? Va bene, però facciamolo”.

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