Klimt, in galleria nessun cenno al furto. “Trascurato anche il doppio ritratto”

01 Maggio 2021 08:30

C’è un “grande assente” nel ritorno del Klimt alla galleria Ricci Oddi di Piacenza. Il pannello informativo allestito negli spazi di via San Siro, per presentare il Ritratto di Signora a visitatori e turisti, non cita in alcun modo un capitolo cruciale, forse essenziale: il furto avvenuto nel febbraio 1997 in circostanze rocambolesche e il recente ritrovamento nel 2019 in un vano esterno del museo. Una storia tanto misteriosa quanto affascinante che – ne sono certe diverse persone – contribuirebbe ad alimentare l’interesse verso il Ritratto di Signora, realizzato da Gustav Klimt tra il 1916 e il 1917.

“Dal momento che il Klimt adesso c’è, si può pensare di ripercorre le tappe del furto accanto all’opera – interviene Eugenio Gazzola, vicepresidente della galleria d’arte moderna di via San Siro – e lo si farà attraverso un video in fase di realizzazione, con l’intenzione di proiettarlo a giugno nella prima mostra alla Ricci Oddi. Sarà difficile, certo, restituire in pochi minuti questa vicenda tanto complessa e lunga”. Ma intanto perché escludere i fatti di cronaca – caratteristici dell’opera – dal percorso espositivo aperto al pubblico? “La galleria tratta l’arte, la cronaca è già al centro di diverse pubblicazioni – risponde Gazzola – non c’è bisogno di un pannello per raccontare il furto e il successivo ritrovamento”.

E così il Ritratto di Signora, tornato a casa dopo 24 anni, è accompagnato da una breve spiegazione e alcune citazioni dell’artista (“Non ho mai dipinto un autoritratto, la mia persona come soggetto di un quadro non mi interessa. Mi interessano gli altri, soprattutto le donne”), ma della storia recente – una successione di curiosità e colpi di scena – non c’è nemmeno l’ombra. Ieri ad accorgersi di certe lacune espositive è stata anche la storica dell’arte Claudia Maga, che nel 1996 scoprì un altro dipinto del 1912 nascosto sotto il Ritratto di Signora: “Oltre ai problemi legati ai riflessi della teca, l’allestimento non mette in risalto la voce di Klimt, né tantomeno la scoperta del doppio ritratto che contiene tutta la singolarità della tela. In concreto, mi sarei aspettata un percorso multimediale per guidare il visitatore nel crescendo di emozioni alla base dell’opera. Spero che in futuro si possa trasmettere la magia di questo quadro”. Ieri Maga ha ammirato il Ritratto di Signora per la prima volta dal vivo: “Dal ritrovamento nel 2019 ad oggi – dice l’esperta – non avevo ancora avuto questa possibilità”.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI

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