Maxi inchiesta, l’opposizione: “Dimissioni”. Barbieri: “Estranei ai fatti”

21 Febbraio 2022 16:42

Da una parte l’opposizione invoca le “dimissioni del sindaco Patrizia Barbieri“, dall’altra la maggioranza rimarca che “l’amministrazione non è minimamente toccata dalle accuse”. Così si è aperto il primo consiglio comunale convocato dopo la maxi-inchiesta su corruzione e appalti truccati che ha sconvolto la politica piacentina, sia nel centrosinistra che nel centrodestra. Oggi pomeriggio, nell’aula di palazzo Mercanti, il sindaco Barbieri ha comunicato – come già anticipato nei giorni scorsi – le dimissioni dell’ex assessore Erika Opizzi, tra gli indagati dalla Procura insieme al “collega” di Fratelli d’Italia Tommaso Foti. A farsi carico della delega all’urbanistica, da qui all’imminente fine del mandato, è proprio il primo cittadino. A detta degli investigatori, lo ricordiamo, l’amministrazione comunale è estranea ai fatti.

“Dimettiamoci tutti – interviene Stefano Cugini (gruppo misto) – per dare un segnale di fiducia alla gente. In questo momento di difficoltà, bisogna evitare qualsiasi contrapposizione politica al ribasso”. “Dopo tre anni dall’arresto del presidente del consiglio comunale, Giuseppe Caruso – aggiunge Luigi Rabuffi (Pc in Comune – Alternativa per Piacenza) – ci troviamo, di nuovo, a commentare una vicenda giudiziaria che vede diversi politici protagonisti di gravissime ipotesi di reato, come corruzione e voto di scambio. Anche stavolta, invito il sindaco Barbieri a dimettersi e ricandidarsi, come gesto di generosità verso i piacentini, che così potranno scegliere la propria classe politica dopo un periodo tanto sconfortante”.

Non è d’accordo Antonio Levoni (Liberali): “Lasciamo lavorare la magistratura. Perché il primo cittadino dovrebbe fare un passo indietro? Non vedo il motivo”. L’appello a dimettersi lanciato dalla minoranza viene contestato anche dal capogruppo di “Liberi” Massimo Trespidi (il quale ha annunciato il suo sostegno alla ricandidatura di Barbieri): “Così, tra i cittadini, si suscita l’idea che il consiglio comunale abbia qualche responsabilità rispetto alla maxi inchiesta, ma non è vero. Si tratta di un chiacchiericcio di basso livello, che contribuisce a diffondere la confusione nell’opinione pubblica”.

Il capogruppo del Pd Christian Fiazza evidenzia che “il sistema individuato dalla maxi-inchiesta è estraneo ai partiti, ma legato all’arricchimento personale degli indagati, perciò nessun membro del consiglio comunale dovrebbe dimettersi. Tra le persone, tuttavia, c’è la convinzione che Piacenza si trovi in una zona d’ombra, per così dire, indipendentemente dalle responsabilità penali. Su questo, dunque, la politica si deve interrogare. Adesso il sindaco Barbieri dimostri una profonda vigilanza e attenzione sui fatti”.

Pronta la replica del primo cittadino: “Il tessuto della nostra città è sano, composto da gente perbene”. E a proposito della richiesta di dimissioni, Barbieri puntualizza: “L’amministrazione risulta del tutto estranea alla vicenda. Il controllo sulle pratiche dovrebbe riguardare anche i consiglieri comunali, dato che alcuni atti relativi all’edificio di via Genova risalgono al marzo del 2017, ovvero alla precedente amministrazione, con una deroga all’obbligo di localizzazione dell’ incentivo premiale e all’altezza massima consentita in cambio di due piani di parcheggio ad uso pubblico”.

In maniera trasversale, diversi esponenti di palazzo Mercanti hanno manifestato la loro “solidarietà personale” all’ex assessore Opizzi.

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