“Cassandra”: nuova produzione per la compagnia d’ombre di Teatro Gioco Vita

25 Giugno 2022 02:03

Per Teatro Gioco Vita una nuova creazione rivolta ai giovani e agli adulti, dedicata a un pubblico dai 12 anni e rivolta anche alla programmazione serale. Si tratta di “Cassandra”, un progetto artistico che, partendo dalle parole di Amelia Rosselli “…per questo mio fragilissimo pensare”, vuole andare il più vicino possibile a Cassandra e alle sue inquietudini, al ruolo di “allucinato profeta” che il mito le ha assegnato, alla ricerca della sua profonda umanità e fragilità.

Lo spettacolo – “perché non vedono il mondo intorno a noi crollare” il sottotitolo – debutterà al Festival “Colpi di scena” di Accademia Perduta/Romagna Teatri il 30 giugno, quando sarà in scena alle ore 18.30 al Teatro Diego Fabbri di Forlì.

L’allestimento, che si è articolato in varie fasi nei mesi scorsi, si è svolto principalmente all’Officina delle Ombre mentre da venerdì 24 giugno la fase finale delle prove è prevista al Teatro Filodrammatici.

“Cassandra” è un progetto di Enrica Carini e Fabrizio Montecchi. La prima ha curato il testo, mentre Montecchi firma la regia e le scene. Protagoniste due attrici, Letizia Bravi e Barbara Eforo, entrambe narratrici, interpreti delle due protagoniste, Cassandra e Arisbe, e animatrici dei loro doppi in ombra. I disegni e le sagome sono di Nicoletta Garioni, le musiche di Paolo Codognola, i costumi di Tania Fedeli, le luci di Anna Adorno.

Cassandra è un’adolescente. Scrive poesie, non conosce altro modo per esternare il dolore che prova verso ciò che vede accaderle intorno. Non vuole assumere su di sé la responsabilità del dire perché vorrebbe essere solo come gli altri ma dentro di lei sa che questo non è possibile. Decide allora, consigliata da Arisbe, di fare l’unica cosa che può fare: dire agli uomini quello che non vogliono vedere. Nel farlo Cassandra è sempre più temuta e odiata da tutti, inascoltata perfino dalla sua stessa famiglia. È sola, vacilla, le parole le muoiono in gola; tocca allora all’anziana donna richiamarla al suo destino: “Sei viva, la tua voce è viva e deve continuare a risuonare”.

“Non siamo certo i primi a rimanere folgorati, e nello stesso tempo turbati, dal personaggio di Cassandra. – spiegano Enrica Carini e Fabrizio Montecchi – Ogni volta che una civiltà mette in pericolo la propria esistenza, come noi oggi, Cassandra riemerge dalle pieghe del mito e ci lascia attoniti davanti alle apocalittiche accuse che ci rivolge. Eppure, nonostante l’inquietudine che le sue parole ci provocano, Cassandra appare sempre lontana, difficile da credere fino in fondo, chiusa nel ruolo di allucinato profeta che il mito le ha assegnato. Per questo, nel nostro Cassandra, abbiamo cercato di portarla il più possibile vicino a noi: perché Cassandra è umana, presente e viva come noi e come noi abitata dall’incertezza e desiderosa di speranza. Cassandra non ha straordinarie capacità predittive, non vede nel futuro come un indovino ma, per quel suo umanissimo e fragilissimo pensare, riesce a vedere quanto basta nel presente. Per questo, nel nostro Cassandra, colei che richiama l’intera umanità a fare ogni cosa possibile perché la sua civiltà possa sopravvivere non è la giovane che vaticina sulle mura di una Troia assediata dal nemico ma una ragazza, forse a noi contemporanea, che non può assistere al devastante processo di estinzione in atto senza assumersi il ruolo di “testimone”. È nella lunga sequenza di catastrofi senza fine a cui assiste che Cassandra vede un futuro senza speranza e vede che questo è il frutto delle folli azioni di quella specie umana a cui lei stessa sente di appartenere e che sente di amare. “Perché non vedono il mondo intorno a noi crollare?”, si domanda allibita Cassandra. E nel farlo si rivolge a tutti noi e ci incita a essere, come lei, testimoni, perché la cosa più importante è essere umani, sperare e avere cura dell’esistenza che dalle ceneri torna a germogliare, in ogni lingua, in ogni luogo, fino alla fine”.

Le due attrici in scena, narratrici, intrepreti e animatrici d’ombre allo stesso tempo, condurranno il pubblico in un tempo oltre la Storia, sospeso tra passato e futuro, dove Cassandra e Arisbe hanno l’identità scenica di figure d’ombra. Sono loro che accompagneranno gli spettatori in un tempo altro, fatto di “visioni” composte da evocative ombre ancestrali che arrivano dal profondo e che si fondono con immagini video di una realtà crudelmente attuale. Saranno infine sempre loro a riportarli nel presente, in quella sala di teatro in cui si consuma il necessario atto del dire e del testimoniare.

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