Lirica al teatro Municipale, il 20 e 22 gennaio in scena il Tamerlano di Vivaldi

18 Gennaio 2023 03:01

Secondo appuntamento della stagione lirica 2022/2023 della Fondazione Teatri di Piacenza con il Tamerlano di Antonio Vivaldi. L’opera sarà in scena venerdì 20 gennaio, alle ore 20.00, e domenica 22 gennaio, alle 15.30, al Teatro Municipale.

Opera che gioca sul tema della duplicità fin dal titolo, Il Tamerlano, ovvero la morte di Bajazet, sarà affidata alla sapienza musicale dell’Accademia Bizantina con regia, scene e costumi firmati da Stefano Monti.

L’opera, su libretto di Agostino Piovene, debuttò nel carnevale del 1735, su commissione dell’Accademia Filarmonica veronese. Il Tamerlano, presentato per la prima volta a Piacenza, vuole riportare gli spettatori nel passato perché come dice Ottavio Dantone, direttore al clavicembalo, “le emozioni sono le stesse di tre secoli fa, basta saperle trasmettere”. Ad affiancare i musicisti sarà presente la DaCru Dance Company, nelle coreografie di Marisa Ragazzo e Omid Ighani.

La rappresentazione, in quest’occasione proposto nell’edizione critica del musicologo Bernardo Ticci, con le variazioni apportate dallo stesso Dantone, annovera nel cast grandi specialisti di questo repertorio, a partire dal baritono Bruno Taddia, dal controtenore Filippo Mineccia e dal contralto Delphine Galou – rispettivamente Bajazet, Tamerlano e Asteria – che avevano già partecipato all’incisione di Accademia Bizantina per l’etichetta Naïve Classique nel 2020; ad affiancarli Federico Fiorio come Andronico, Shakèd Bar come Irene, e la piacentina Giuseppina Bridelli nel ruolo di Idaspe.

“Da un po’ di anni si va affermando una tesi di critici e musicologi secondo i quali l’opera barocca potrebbe diventare il teatro musicale del futuro – ha commentato Monti – in ragione anche del fatto che il teatro drammatico del Sei-Settecento ha una forza emozionale senza tempo. (…) Pur se costruita attorno a personaggi con pertinenza storiografica, l’opera in questione si caratterizza per una sua astoricità. Tutto s’incentra sulle passioni, fino alla follia, il sublime si mescola con il terribile, la bellezza con la brutalità… Altro non sono che la continua oscillazione fra l’alto e il basso della vita. Il Vivaldi operista- ha aggiunto il regista- viene ancora oggi spesso sottovalutato: certamente nella sua produzione affiora l’urgenza compositiva e un certo carattere ‘imprenditoriale’, ma resta evidente la sua abilità di scrittura fatta di suadenti soluzioni melodiche, armoniche e ritmiche, che ci dà una visione estremamente connotativa del gusto teatrale dell’epoca.”

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