Cambiamenti climatici, la Provincia scrive il futuro del territorio con il Ptav

15 Febbraio 2023 11:53

Il futuro del territorio piacentino passa attraverso la programmazione. In Provincia, alla presenza dei rappresentanti istituzionali, di categorie economiche, sindacati e associazioni, è stato organizzato il terzo incontro in vista della stesura del Ptav, piano territoriale di area vasta. Il percorso era iniziato nel 2021 con l’amministrazione Barbieri. Dopo gli incontri relativi a demografia e sistema produttivo, il dibattito oggi ha riguardato ambiente e sostenibilità. Tra le analisi tecniche presentate anche quella sulle risorse naturali e sui servizi ecosistemici, ovvero servizi forniti dalla natura che generano benefici, esempio tipico quello del bosco che assorbe l’anidride carbonica. 

Dopo la stesura, il piano verrà presentato nelle vallate e arriverà al consiglio provinciale. Al termine delle osservazioni del comitato urbanistico regionale diventerà operativo, presumibilmente all’inizio dell’anno prossimo anno. 

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“Con questo workshop – ha spiegato la presidente Monica Patelli – si completa il percorso di presentazione pubblica delle analisi propedeutiche alla formazione del PTAV, avviato durante l’amministrazione Barbieri. Il lavoro svolto finora, molto approfondito, rappresenta una base importante: nelle prossime settimane ci si concentrerà sulla predisposizione della strategia del PTAV, che preluderà all’assunzione del Piano”.

Sottolineando il valore degli interventi dei relatori del workshop, la consigliera Claudia Ferrari ha spiegato che “I temi affrontati assumono particolare rilevanza nell’ambito dei contenuti che la legge urbanistica della nostra regione, la 24 del dicembre 2017, assegna al nuovo piano territoriale delle province: il PTAV, che sostituisce il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale”.

Ha poi preso la parola il direttore generale della Provincia Vittorio Silva, responsabile dell’Ufficio di Piano, che ha ricordato l’importanza dei numerosi incontri pubblici a tema PTAV svolti fin dall’inizio del percorso: “Proprio sulla base dei contributi emersi sono stati scelti i grandi temi dei tre workshop realizzati in questi mesi, che costituiranno i tre assi strategici del Piano. Dalle prossime settimane inizierà il confronto sulle scelte di fondo del Piano, che – completati tutti i passaggi – dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del 2024”.

Tre le relazioni presentate oggi: ‘Risorse naturali e resilienza: scenari e sfide per il territorio piacentino’ dell’architetto Fatima Alagna, di Politecnica; ‘I sistemi ecosistemici forniti dal territorio provinciale’ del dottor Davide Gerevini, di Ambiter e Politecnica; ‘Il cambiamento climatico: gli scenari per Piacenza’ della dottoressa Valentina Pavan, di Osservatorio Clima ARPAE.

Sottolineando che “I cambiamenti climatici hanno incidenza sui fattori naturali e antropici, pertanto sono un riferimento imprescindibile per le scelte necessarie per rendere il territorio più resiliente ai cambiamenti stessi”, Fatima Alagna ha presentato un inquadramento generale del tema, mettendo a fuoco le sfide che il territorio provinciale deve affrontare rispetto alla dimensione ambientale, partendo dallo scenario di riferimento: l’acqua è risorsa sempre più scarsa, il dissesto idrogeologico espone a rischi popolazione e infrastrutture; il territorio compensa solo per un quarto le emissioni di anidride carbonica; è necessario aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili; occorre promuovere la mobilità sostenibile.

Davide Gerevini ha parlato dei servizi ecosistemici (Regolazione CO2, Produzione agricola, Produzione forestale, Regolazione del regime idrologico, Purificazione dell’acqua, Protezione dagli eventi estremi, Controllo dell’erosione, Regolazione del microclima, Impollinazione, Servizio ricreativo, Qualità dell’habitat, Approvvigionamento) e della loro mappatura nelle diverse parti del territorio provinciale: emerge il fatto che i territori di collina – e, ancor di più, di montagna – forniscono la maggior parte dei servizi ecosistemici, ma presentano un minor fabbisogno e uso degli stessi, mentre in una situazione diametralmente opposta si trova la pianura, che ha maggior bisogno di servizi ecosistemici ma ne fornisce (agricoltura a parte) in misura nettamente minore.

Valentina Pavan ha illustrato gli scenari osservati dall’Osservatorio Clima, il servizio di Arpae che descrive clima passato e presente, produce previsioni climatiche stagionali e future e fornisce servizi meteo-climatici per valutare l’impatto dei cambiamenti climatici sui sistemi naturali e antropici: “Anche il territorio piacentino rischia di soffrire sempre di più per siccità, aumento delle temperature medie annue (soprattutto nelle temperature massime estreme estive) connessi all’incremento dei gas serra, minori precipitazioni e peggioramento del Bilancio Idro Climatico, ossia del rapporto tra precipitazioni ed evapotraspirazione. Ovunque occorre adattarsi rapidamente nel breve e mitigare i gas serra nel medio termine”.

Si è poi aperto lo spazio per gli interventi di alcuni dei numerosi portatori di interesse presenti oggi in Provincia.

Per Confindustria ha fatto sintesi il direttore Luca Groppi: evidenziata l’opportunità per istituzioni e stakeholders di lavorare insieme per ridurre (anche tramite dighe, laghetti o invasi: le tecniche odierne consentono di realizzarli in tempi brevi) le dispersioni d’acqua, la necessità di normative che non frenino le tante transizioni industriali in atto compresa quella verso l’economia circolare (che richiede tanti investimenti in ricerca), l’opportunità di aumentare la percentuale di energia prodotta tramite fonti rinnovabili (idrogeno, solare, eolico, eccetera) per raggiungere un mix energetico equilibrato e l’esigenza di riqualificare aree dismesse per favorire la vocazione manifatturiera del nostro territorio, che sa ottenere fatturati e creare occupazione anche perché può contare su maestranze e reti di fornitura così valide da attirare l’attenzione di importanti player esteri.

Il consigliere provinciale e sindaco di Rottofreno, Paola Galvani, ha ricordato – anche in veste di architetto – “la grande responsabilità che investe chi progetta qualcosa che riguarda una provincia, determinando il futuro delle persone che ci vivono”. Indicando gli effetti dell’alluvione del settembre 2015 come monito per scelte che rendano le vallate “meno vulnerabili”, Galvani – in un parallelo tra tempi burocratici e tempi della vita quotidiana – ha auspicato che l’iter del PTAV sia il più veloce possibile per rimanere competitivi rispetto ad altri territori, ad esempio quelli lombardi. ricordando la mozione pro economia circolare approvata all’unanimità nel 2021 dal Consiglio Provinciale.

In rappresentanza dei sindacati è intervenuto il segretario generale Cisl Parma-Piacenza, Michele Vaghini, ricordando che recenti ricerche stimano in 80 milioni i posti di lavoro a rischio nel mondo a causa del riscaldamento globale e citando il recente Rapporto BES che mostra come l’incidenza dei tumori a Piacenza sia significativamente più alta rispetto alla media regionale. Rispetto a digitalizzazione, smart working e automazione, per Vaghini occorre “governare il processo per riqualificare chi rischia di uscire dal mercato del lavoro”, puntando – fin dalla scuola – sulla formazione necessaria per inserire il maggior numero di persone nei comparti della green economy e dell’ambiente.

Per Legambiente, Giuseppe Castelnuovo ha auspicato che il Piano – che inciderà sul territorio per molti anni – sia illustrato pubblicamente anche al di fuori del percorso istituzionalmente previsto e ha proposto di realizzare, prima dell’approvazione del PTAV, una valutazione ambientale cumulativa dell’area di pianura compresa nel triangolo tra Piacenza, Caorso/Monticelli e Fiorenzuola, nelle aree di maggiore concentrazione di stabilimenti produttivi, logistici e di trattamento dei rifiuti. Tra i tanti altri temi toccati dall’intervento, anche consumo di suolo, siccità, mobilità sostenibile, biodiversità e qualità dell’aria “che è tra le peggiori in Europa”.

Secondo il sindaco di Vernasca Giuseppe Sidoli, bisogna conciliare secondo buonsenso le esigenze della natura con il governo umano delle acque e il loro utilizzo plurimo, e valutare l’ipotesi di non legare al solo stato di calamità il sistema di reciproco soccorso per pompare acqua dove effettivamente serve. Sottolineata l’importanza di produrre energia facendo maggior ricorso possibile alle fonti rinnovabili e di affrontare senza pregiudizi il tema degli invasi. Sidoli, in qualità di presidente dell’Unione Comuni Montani Alta Val d’Arda, ha ricordato che l’Unione farà un piano energia sovracomunale e che sta valutando di costituire una comunità energetica sovracomunale.

Sulle contraddizioni nella relazione tra alcune scelte politiche e le esigenze del sistema agricolo e produttivo in generale ha posto l’accento il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini. Ricordando che “in tutto il mondo si stocca l’acqua, e quello dell’acqua in agricolutura è un impiego nobile”, Gasparini ha ribadito la convinzione che al territorio piacentino occorrano nuovi invasi e che il comparto agricolo e zootecnico siano un fattore di equilibrio – oltre che dal punto di vista alimentare – per l’equilibrio ambientale, per il turismo e per l’energia.

A suggellare la mattinata è stato l’intervento – da remoto – del direttore scientifico di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) Enrico Giovannini, già ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il contributo dal titolo “Sostenibilità e Territori”: “Le analisi di ASviS dimostrano che non siamo un sentiero di sviluppo sostenibile nemmeno in Europa, benchè sia il continente più avanzato in questo senso. I Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Onu, ossia i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030, devono essere il riferimento per guidare le politiche anche a livello europeo, ma per realizzarli occorre il passaggio a un pensiero sistemico”.

Pur se Emilia-Romagna e Piacenza sono piazzate in posizioni migliori della media nazionale su tanti parametri, “per il futuro – e in particolare per lo sviluppo sostenibile – sarà cruciale e decisiva una coerenza, non solo culturale ma effettiva, delle politiche, anche dal punto di vista del coinvolgimento dei corpi intermedi rispetto alle scelte da fare”.

Nel ringraziare per i tanti spunti offerti l’ex ministro, il quale ha ricordato come ASviS sia disponibile ad aiutare gli enti territoriali a realizzare questi ideali in concreto tramite corsi di formazione e progetti di affiancamento, la presidente Patelli ha reso noto che “Con gli esperti di ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, stiamo discutendo della possibile integrazione tra i contenuti del nostro PTAV e i Goals dell’Agenda 2030 dell’ONU, sulla scorta delle elaborazioni sviluppate da ASVIS nell’ambito del proprio “Rapporto Territori”, cui daremo la massima visibilità. Si tratta di un progetto di particolare interesse, che farebbe del nostro piano un’esperienza pilota a livello nazionale”.

 

 

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