In consiglio l’aumento Irpef: “Coraggio politico”. FdI protesta con Pinocchio

27 Febbraio 2023 15:32

In piedi con un disegno di Pinocchio sulla maglia. È la protesta messa in scena oggi in consiglio comunale dal gruppo di opposizione di Fratelli d’Italia contro l’amministrazione Tarasconi, all’inizio del dibattito sull’aumento dell’addizionale Irpef approdato oggi nell’aula di palazzo Mercanti. “L’avanzo di bilancio ammonta a 11,5 milioni, perciò l’incremento delle aliquote è intollerabile e ingiustificato” è stata la motivazione con cui Nicola Domeneghetti ha posto la cosiddetta questione pregiudiziale, cioè la richiesta di non affrontare il punto all’ordine del giorno. “Il sindaco aveva promesso che non avrebbe alzato le tasse, invece – ha aggiunto l’esponente di FdI – ha deciso di mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. La proposta di accantonare la discussione – avanzata in chiave polemica – è stata respinta con 19 voti contrari, e la seduta si è dunque aperta regolarmente con l’illustrazione del provvedimento da parte del vicesindaco Marco Perini, con delega al bilancio.

NUOVE ALIQUOTE IRPEF – Ecco le nuove aliquote dell’Irpef stabilite dalla giunta. L’addizionale comunale non è dovuta se il reddito delle persone fisiche è inferiore ai 15mila euro: si estende la fascia di esenzione dall’imposta, come richiesto dai sindacati, alzandola rispetto alla precedente soglia di 11mila euro destinata a 22.799 contribuenti, il 29,29% della platea totale. Da 15mila a 28mila euro di reddito si paga lo 0,70% (non più lo 0,52%) e da 28mila a 50mila si passa dallo 0,68% allo 0,79%. Oltre i 50mila, invece, l’addizionale rimane fissata allo 0,80%. Con l’aumento dell’Irpef il Comune prevede un introito di circa 12,9 milioni all’anno, cioè 4,3 milioni in più.

DIBATTITO – “Il fine non giustifica mai i mezzi – ha detto Stefano Cugini (ApP) – è chiaro, la giunta Tarasconi decide di alzare le tasse per garantire stabilità finanziaria e per potenziare la qualità dei servizi al cittadino. Ben venga l’estensione della fascia di esenzione dall’aliquota. Ma ora l’amministrazione deve dimostrare che è una mossa di lungo respiro. Il periodo non è il migliore, perché i piacentini sono già tartassati da forti difficoltà economiche. Occorre evitare che l’introito maggiore sparisca tra le pieghe del bilancio, indicando con trasparenza la destinazione progettuale delle risorse”. Gianluca Ceccarelli (Piacenza Oltre) ha rivendicato che “l’aumento dell’addizionale Irpef è un emblema di coraggio politico e direzione progettuale, ciò che è mancato alla precedente amministrazione. Il centrodestra ci accusa di non aver prodotto alcun provvedimento per Piacenza, ma l’ex giunta Barbieri cos’ha lasciato alla città?”. L’ex sindaco Patrizia Barbieri ha così replicato: “Le tariffe del gas sono in discesa con una contrazione del 17%. Il consiglio si trova di fronte a una pura scelta politica, per nulla motivata da ragioni tecniche o finanziarie. L’amministrazione Tarasconi non ha spiegato come utilizzerà queste entrate aggiuntive. È aria fritta, la gente non può essere vessata con ulteriori imposte”.

“Qualsiasi incremento fiscale non è positivo – ha commentato Barbara Mazza (civica Barbieri-Liberi) – e in questo caso, senza una visione alla base, è inaccettabile. I rincari energetici risultano in calo, perciò il tema delle bollette non può giustificare questa misura”. In varie occasioni, infatti, l’amministrazione Tarasconi ha chiarito che la revisione dell’addizionale comunale Irpef è motivata anche dall’aumento delle spese di utenza (nove milioni nel 2023, a differenza dei 6,9 milioni indicati nel 2022, poi diventati 12 milioni con i successivi assestamenti) nonché dall’obiettivo di finanziare un piano assunzioni di almeno 80 unità.

“Mi spiace per la maggioranza, dove diversi esponenti sono stupiti e contrariati dall’aumento dell’Irpef – ha affermato Luigi Rabuffi (ApP) – un provvedimento che costringe il centrosinistra a giustificarsi con il proprio elettorato. Si tratta di un salasso fiscale che impatta soprattutto sulla fascia media della popolazione”. Luca Zandonella (Lega) ha ricordato che “il sindaco Tarasconi in campagna elettorale aveva dichiarato che non avrebbe alzato le tasse, ma adesso sorge il dubbio che avesse già in mente di ricorrere a questi aumenti”.

Secondo Massimo Trespidi (civica Barbieri-Liberi) “è inutile incrementare le tasse, se poi l’ente comunale non è capace di utilizzare i soldi. Il crescente avanzo di bilancio lo dimostra. Gli uffici non sono in grado di gestire il processo di spesa, la macchina burocratica è inefficiente. Inoltre – ha aggiunto il consigliere di minoranza – l’aumento dell’Irpef non può essere giustificato in termini contabili, perché la legge di bilancio consente di impiegare l’avanzo non vincolato per le utenze comunali”.

“A nessuno di noi piace vedere le tasse più alte – ha detto Salvatore Scafuto (Pd) – ma è uno sforzo importante a fronte dell’eredità lasciata dall’ex giunta Barbieri in termini di gestione delle risorse a disposizione e di funzionamento della struttura comunale. Questa amministrazione vuole lasciare il segno”. Il capogruppo dem Andrea Fossati ha sottolineato che “il sacrificio chiesto con il ritocco dell’addizionale a una parte della cittadinanza, guidato da principi come equità e progressività, serve da un lato per salvaguardare i servizi e dall’altro per mantenere alta la qualità della vita. Tra pensionamenti e mancate assunzioni – ha proseguito l’esponente di maggioranza – ci troviamo una macchina comunale sguarnita, con le ruote sgonfie, perciò sono previsti 3,2 milioni per incrementare il numero di dipendenti. La giunta ha fatto la scelta di rimpolpare gli uffici di nuovo personale per assumersi le sue responsabilità. Anche l’inflazione ha fatto la parte del leone su questi rincari, la situazione geopolitica ed economica è mutata per tutti: il governo nazionale lo attesta nero su bianco. Per questo motivo – ha concluso Fossati – l’amministrazione cerca di tutelare le classi meno abbienti, esonerando dal pagamento dell’addizionale Irpef la fascia sotto i 15mila euro di reddito, dopo una concertazione con i sindacati. Certo, c’è un piccolo sacrificio per il ceto medio, ma altre seimila persone in più rispetto a prima non pagheranno l’imposta, tra cui lavoratori precari, lavoratrici part-time e contratti di prima assunzione”.

IL SERVIZIO DI THOMAS TRENCHI:

LE FOTO DI CLAUDIO CAVALLI:

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