La maggioranza supera le tensioni ambientaliste: ok al Piano cave in consiglio

05 Giugno 2023 18:55

La maggioranza supera l’ostacolo del Piano cave. Pur con qualche fatica. Oggi il consiglio comunale di Piacenza ha dato il via libera al documento – presentato dall’assessore all’urbanistica Adriana Fantini – con cui si attua la programmazione in materia di ricerca e coltivazione delle sostanze minerarie di cava. Ventisette voti favorevoli, due contrari (dai banchi di ApP) e un non partecipante (cioè Trespidi della civica Barbieri-Liberi).

In città l’attività estrattiva è svolta dalle imprese del settore nelle zone lungo il Po e il Trebbia (Cà Morta, Podere Stanga, Borghetto e Cà Trebbia). “Tutelare l’ambiente e garantire l’attrattività del territorio” sono gli obiettivi che la giunta Tarasconi è certa di raggiungere attraverso il nuovo Piano cave, dopo una fase travagliata all’interno del centrosinistra. La pratica parte dal 2019 e si inserisce nella pianificazione in materia che, a monte, fa capo alla Provincia che redige i piani delle cave infraregionali (Piae). Nei giorni scorsi la discussione era slittata, forse anche a causa delle tensioni di natura ambientalista emerse nella coalizione di maggioranza. “I tempi si sono dilatati per consentire a tutti di approfondire il documento” ha smorzato l’assessore Fantini nell’aula di palazzo Mercanti. “L’amministrazione vuole tutelare il territorio, ma permetterne anche la crescita. Il piano garantisce la difesa dell’ambiente e del lavoro”. Quello dei controlli esercitati sull’attività estrattiva svolta dalle imprese del settore è uno degli aspetti emersi come critici nel centrosinistra, con la richiesta avanzata in commissione – in sintesi – di avere solide rassicurazioni circa il ripristino ambientale delle cave al termine delle autorizzazioni.

In maggioranza, tra chi ha espresso alcune titubanze c’è ad esempio Matteo Anelli di Piacenza Coraggiosa (“Nutro diverse perplessità su questa proposta, le cave rappresentano una fonte di disturbo per i residenti e un problema per la viabilità) che ha tuttavia scagionato il Comune dalla responsabilità politica del documento: “L’amministrazione comunale è l’ultimo anello di una lunga catena decisionale che viene subita a livello locale – ha affermato Anelli – perciò voto favorevolmente. Ma con un po’ di fatica”. Un altro esponente di maggioranza che era critico verso il Piano cave, Sergio Ferri del Pd, ha confermato che “certi miglioramenti sono stati accolti, l’amministrazione ha tenuto conto dei nostri dubbie ha trovato un equilibrio virtuoso tra ambiente e sviluppo”.

Il Piano cave prevede anche un nuovo impianto estrattivo nella frazione di Borghetto, “un lotto piccolo, di circa 160mila metri cubi” come spiegato da Fantini. Nell’area di Cà Trebbia, invece, l’attività estrattiva viene dimezzata. Secondo Luigi Rabuffi (ApP) “l’iter non ha considerato la consultazione preventiva di cittadini e soggetti interessati. Gli abitanti delle frazioni dovranno subire queste scelte dannose in cambio di opere di compensazione che non è chiaro come e quando saranno effettuate”. Caterina Pagani (Piacenza Oltre) ha sottolineato che “questo strumento assicura il progresso e la tutela ambientale, perché non si può ignorare quanto le attività estrattive siano necessarie per il nostro Paese”.

Il Piano cave è stato avviato dalla precedente giunta Barbieri. Non a caso per l’ex sindaco Patrizia Barbieri, capogruppo della civica di centrodestra, “si tratta di un provvedimento equilibrato”, ma “l’incremento dei controlli è un punto fondamentale”. Ma al di là delle questioni tecniche, come detto, il Piano cave ha assunto una valenza politica. Massimo Trespidi (civica Barbieri-Liberi) ha rimarcato quelle che, a detta sua, sono le contraddizioni della maggioranza: “Il centrosinistra vota un provvedimento confezionato dalla precedente giunta di centrodestra, nonostante in campagna elettorale avesse promesso un’alternativa verde. Il centrosinistra non può pensare di governare la città con queste divisioni sul tema ambientale e urbanistico. Le tensioni sono rientrate dopo un vertice di maggioranza, tuttavia con l’insolita presenza di un tecnico che non dovrebbe prendere parte alle riunioni politiche”.

Pronta la replica di Salvatore Scafuto (Pd): “Non ci sono mal di pancia, ma dialogo e confronto”. E il capogruppo dem Andrea Fossati ha evidenziato che “la maggioranza ha fatto politica, ragionando in modo propositivo, senza prendere ordini di scuderia”.

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