Una donna, due guerre, tre regimi: il libro su Lina Merlin di Monica Fioravanzo
10 Marzo 2025 12:09
Per (quasi) tutti è la senatrice che nel 1958 ha chiuso le “case di tolleranza”. Il nome di Lina Merlin si lega infatti inscindibilmente a quella legge numero 75 sull’“Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui” che lo scorso 20 febbraio ha compiuto 67 anni. Di Merlin quasi null’altro si ricorda se non una (poco felice) definizione di Bruno Vespa che, annoverandola fra le «Donne d’Italia», in un suo libro la ribattezzò «moralizzatrice». A sgombrare il campo da etichette riduttive e da un oblio ultradecennale ci ha pensato la storica dell’università di Padova Monica Fioravanzo con un libro intitolato appunto «Lina Merlin. Una donna, due guerre, tre regimi» (FrancoAngeli editore) che è stato presentato all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano dalla giornalista Betty Paraboschi. L’iniziativa è stata organizzata da Isrec-Istituto di storia contemporanea di Piacenza.
DIMENTICATA DALLA STORIA
“Purtroppo di Lina Merlin si parla solo in occasione di qualche anniversario relativo alla legge che ha abolito le case chiuse: per il resto è stata dimenticata – sottolinea Fioravanzo – e io penso che sia a causa della sua forte personalità che non si identifica pienamente con il socialismo, a cui lei aderisce a poco più di trent’anni, e con il femminismo. Merlin ha una concezione del socialismo che non corrisponde più all’evoluzione che il partito ha nel secondo dopoguerra: ne fa parte, ma viene percepita come una figura scomoda. Allo stesso modo, pur avendo combattuto molto per i diritti e la piena uguaglianza giuridica e sociale delle donne, non risulta essere così organica al movimento femminista. Del resto il suo interesse per i diritti e il ruolo della donna è inserito nell’ambito della sua idea di socialismo e alcuni orientamenti femministi le sono estranei”.
UN IMPEGNO SEMPRE DALLA PARTE DELLE DONNE
Tante sono le battaglie che la vedono protagonista nel dopoguerra, quando ricopre ruoli istituzionali importanti a partire dall’elezione all’Assemblea costituente il 2 giugno 1946: c’è la “legge Merlin”, ma anche l’impegno per il progetto di legge contro il licenziamento delle donne che si sposano.
“È lei – continua Fioravanzo – a sottolineare la frattura fra Costituzione e legislazione, fra teoria e pratica, denunciando i casi di ingiustizie che penalizzano la condizione delle donne in evidente contrasto con i principi costituzionali. Lo fa in modo ironico ma fermo e concreto. Lina Merlin è stata una figura di grande forza e carattere, capace di credere nei propri ideali e di sacrificarsi per essi: anche questo spirito di sacrificio credo abbia un peso”.
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