“Quanto male ha subito Aldo”: Franco Grillini alla mostra su Braibanti
22 Gennaio 2025 10:00
Il Caso Braibanti è stato il più grave caso di omofobia istituzionale nella storia della Repubblica italiana. Quando riuscimmo a fare avere ad Aldo il vitalizio della legge Bacchelli, fu una sorta di risarcimento anche per il male che aveva subito”. Sono parole di Franco Grillini, parlamentare dal 2001 al 2008, presidente onorario di Arcigay Italia che quest’anno celebra i 40 anni. Grillini ha visitato a Fiorenzuola la mostra “ABC Aldo Braibanti creativo”.
Braibanti nel 1968 venne accusato di plagio (reato previsto al Codice Rocco di epoca fascista, abrogato nell’81). Fu condannato al carcere dopo un processo di cui parlarono tutti i quotidiani italiani. Per lui si spesero Pasolini e la Maraini, in suo favore testimoniò Bellocchio, ma l’ondata omofoba e clericale (Aldo era dichiaratamente ateo) fu troppo forte e lui rimase a Regina Caeli. La persona che Braibanti avrebbe plagiato era il giovane Giovanni Sanfratello che convisse a Roma con lui: in Aldo riconosceva anzitutto un maestro artistico. Fu la famiglia di Sanfratello, di Castell’Arquato, a sporgere denuncia.
“Erano due adulti consenzienti, invece Aldo finì in un processo terribile che lo condannò”. Giovanni finì in manicomio, come se la sua omosessualità andasse curata.
Tanti anni dopo, Braibanti si trovò in stato di indigenza e si mosse quindi Grillini come parlamentare Ds per intraprendere un iter non semplice. “Anzitutto – ricorda oggi – andava rifinanziata la Legge Bacchelli e quindi occorreva agire sulla Finanziaria. In seconda battuta andava riconosciuto Braibanti meritevole di vitalizio, ovvero di una pensione per meriti artistici che gli consentisse di vivere la vecchiaia serenamente”.
Dopo almeno 3 anni di lavoro, il risultato fu raggiunto nel 2006, 12 anni prima la morte di Aldo. “Un atto di giustizia risarcitorio, anche se tardivo” lo definisce Grillini. “Ci sentimmo spesso al telefono con Aldo. Dovevamo incontrarci, poi a me diagnosticarono un tumore, proprio nell’anno in cui morì. E’ stato doveroso per me impegnarmi per questo riconoscimento dello Stato quando lui era ancora in vita. Ora possiamo proseguire con un risarcimento postumo: una valorizzazione della sua figura di poeta, intellettuale, artista che questa mostra allestita a Fiorenzuola persegue. Uno dei curatori, Sergio Venturelli, mi ha spiegato come si intenda ora valorizzare il Fondo Braibanti che la famiglia di Aldo ha donato alla collettività”.
Ricordiamo che la lotta che Grillini condusse da onorevole con un’interrogazione parlamentare e con interventi in aula, ebbe una ricaduta anche sul consiglio comunale di Fiorenzuola: sin dal 2003 si mosse il consigliere Ds Davide Montanari (di Arcigay) proponendo più di una mozione. Nel 2021 al Caso Braibanti, i due registi Carmen Giardina e Massimiliano Palmese hanno dedicato un docufilm premiato con il Nastro d’argento. Due anni dopo è uscita nella sale l’opera di Gianni Amelio “Il signore delle formiche”: Grillini intervenne all’anteprima al Festival di Venezia. L’impegno parlamentare pro Braibanti troverà posto anche nel libro che sta scrivendo “Sette anni in Parlamento”.
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