Agente ferito da un detenuto. «A Piacenza situazione fuori controllo»

Ennesima aggressione nella Casa circondariale alle Novate. Il sindacato: «Urgenti misure per garantire sicurezza del personale e rispetto delle regole»

Redazione Online
|1 ora fa
L'ingresso della Casa circondariale di Piacenza
L'ingresso della Casa circondariale di Piacenza
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Ancora un agente ferito da un detenuto in carcere. Il grave episodio si è verificato lunedì 15 dicembre nella Casa circondariale di Piacenza, dove un agente di Polizia penitenziaria, «per futili motivi, è stato violentemente aggredito al volto da un detenuto sottoposto al regime di cui all’art. 14-bis O.P. L’agente è stato immediatamente accompagnato al Pronto soccorso cittadino per le cure del caso, a seguito delle lesioni riportate». A darne notizia sono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), e Francesco Campobasso, segretario nazionale, che esprimono la loro «piena solidarietà» al collega ferito e pongono l’attenzione sulla necessità urgente di affrontare in modo strutturale la gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche; soggetti che, dicono, troppo spesso diventano protagonisti di episodi di violenza inaudita nelle carceri italiane.
«È indispensabile - dichiarano Durante e Campobasso - che il detenuto responsabile venga immediatamente trasferito presso altro istituto e che l’amministrazione metta in campo tutte le azioni necessarie per tutelare la sicurezza e l’incolumità del personale, ma soprattutto è urgente che il Parlamento legiferi per modificare la legge di chiusura degli ospedali psichici giudiziari, come indicato dalla Corte costituzionale a gennaio del 2022».
Anche Amato De Ruosi, delegato regionale Sappe, interviene con fermezza: «La situazione a Piacenza è fuori controllo da tempo. Non è più tollerabile esporre i colleghi a continui rischi per mancanza di interventi adeguati. È ora che vengano adottati provvedimenti urgenti e concreti per garantire la sicurezza e il rispetto delle regole». Il Sappe chiede «un segnale chiaro da parte dell’amministrazione penitenziaria: le carceri non possono diventare zone franche, dove la violenza viene normalizzata e tollerata».