L'intelligenza artificiale nel mondo sanitario tra regole certe e visione
L'Ausl di Piacenza organizza per il 16 dicembre un evento formativo riservato al personale e coordinato da Nicola Morelli, direttore di Neuroradiologia diagnostica, e da Miriam Bisagni, responsabile Supporto alla gestione di trasparenza
Gabriele Faravelli
|15 ore fa

Nicola Morelli e Miriam Bisagni
Non più solo una prospettiva futuristica, ma una realtà operativa che richiede regole certe, competenze trasversali e una visione etica rigorosa. L’intelligenza artificiale sta ridisegnando i confini della medicina moderna e l’Azienda Usl di Piacenza si pone all’avanguardia nel dibattito nazionale con l’evento «La sfida dell’IA in sanità: scenari di governance, responsabilità ed etica», in programma il prossimo 16 dicembre 2025 alla sala conferenze di via Anguissola 15.
Un appuntamento formativo riservato al personale e coordinato da Nicola Morelli, direttore di Neuroradiologia diagnostica, e da Miriam Bisagni, responsabile Supporto alla gestione di trasparenza, anticorruzione e privacy, che nasce per rispondere a un’esigenza non più rinviabile: fornire agli operatori e alla dirigenza gli strumenti per interpretare la trasformazione digitale in atto. «L’iniziativa – spiega Morelli coordinatore del team aziendale IA - si inserisce nel solco del programma strategico della Regione Emilia-Romagna e anticipa i tempi rispetto alla piena operatività del Regolamento Europeo (AI Act), prevista per il 2026. L’Ausl di Piacenza ha giocato d’anticipo istituendo, già nel marzo 2024, un team aziendale dedicato all’intelligenza artificiale: un gruppo di lavoro multidisciplinare che unisce clinici, esperti di healthcare administration, ingegneri e legali, nato per mappare l’esistente e governare l’introduzione di nuovi algoritmi, dalla diagnostica per immagini alla gestione dei flussi amministrativi. La nostra Azienda – prosegue Morelli - è stata tra le prime a muoversi in modo organico, anticipando l'obbligo normativo di alfabetizzazione digitale previsto dall'Europa. L'obiettivo del team e di questa giornata formativa è superare la semplificazione mediatica: non basta parlare di machine learning. Dobbiamo affrontare temi spinosi come la cyber-security, la certificazione dei software come dispositivi medici e la validazione della privacy. Senza una governance ferrea, che coinvolga l'ICT e i Data protection officer, il rischio è la paralisi operativa o, peggio, l'esposizione a sanzioni e vulnerabilità dei dati sensibili«.
Dopo i saluti del direttore generale Paola Bardasi, il convegno entrerà nel vivo con la partecipazione straordinaria di Giovanni Ziccardi, docente di Informatica giuridica all’Università di Milano, che analizzerà l’impatto delle nuove normative sulla responsabilità professionale. Il cuore del dibattito riguarderà la trasparenza degli algoritmi (la cosiddetta explainability) e la prevenzione dei bias, ovvero gli errori statistici che potrebbero derivare da sistemi addestrati su popolazioni non rappresentative, creando iniquità nell'accesso alle cure. Nonostante la potenza di calcolo delle reti neurali, il messaggio che l’Ausl lancia è rassicurante e netto: la tecnologia è un supporto, mai un sostituto. Viene ribadito il concetto di »Physician in the loop«, il medico nel circuito decisionale. »L'IA non può e non deve fare diagnosi autonoma, come sancito dalle normative europee - prosegue Morelli - Il valore aggiunto di questi strumenti sta nella capacità di analizzare moli immense di dati, ma la validazione finale resta una prerogativa umana insostituibile. Il clinico non deve essere un utilizzatore passivo di una scatola nera, ma un professionista formato, capace di comprendere come l'algoritmo ha generato un risultato e, se necessario, di metterlo in discussione. Solo attraverso la conoscenza possiamo trasformare l'IA da potenziale rischio a leva formidabile per la qualità assistenziale. Accanto alla dimensione clinica, poi, un ruolo centrale è svolto anche dall’area Healthcare AI, che comprende tutti gli ambiti amministrativi e organizzativi dell'Azienda: dalla gestione delle cartelle cliniche digitali ai flussi documentali, fino alle interazioni con l’utenza tramite Urp e servizi di front-office. In questi ambiti, l’intelligenza artificiale agisce come IA non interpretativa, cioè non applicata alle diagnosi ma ai processi. Ottimizza i flussi, supporta la gestione, favorisce l’interoperabilità e migliora l’accessibilità dei dati. Si tratta di una trasformazione profonda, con ricadute dirette sull’efficienza, sulla trasparenza e sulla qualità del rapporto con i cittadini. Per questo motivo, la formazione non riguarda soltanto i clinici, ma l’intero ecosistema aziendale«. La giornata si concluderà con l’intervento del direttore sanitario Andrea Magnacavallo tracciando la roadmap per i prossimi mesi. L’evento del 16 dicembre rappresenta, infatti, solo il primo passo di un percorso di formazione a »cascata« che coinvolgerà progressivamente tutti i livelli aziendali, dalla governance strategica fino agli operatori di front-line, consolidando un modello di sanità innovativa, sicura e antropocentrica.

