Natale in provincia, tra alberi tradizionali, creativi e qualche imprevisto

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
|18 ore fa
L'albero di Natale in piazza XX Settembre a Castel San Giovanni
L'albero di Natale in piazza XX Settembre a Castel San Giovanni
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Non cercatelo nel libro di scienze, davvero, non sprecate energia. Tanto, non ci sarà. Aveva ragione Gianni Rodari: l’albero di Natale è l’albero della magia. C’è chi lo sceglie vero, tradizionalissimo, un grande abete che trionfa ad esempio in piazza Duomo a Bobbio, o a Carpaneto, e fa sempre la sua figura, a volte anche donato dagli stessi cittadini ("In ricordo di mio padre", racconta qualcuno), e chi invece - ormai la maggior parte - seleziona l’effetto "a tutto luci", e punta alla svolta green, quella salva-albero. Anche questi lasciano a bocca aperta. Poi spazio alla fantasia: c’è chi lo cuce a mano, come nel caso di Cadeo, così non avrà freddo ricoperto di lana colorata, e chi ce l’ha messa tutta per addobbarlo con i bambini. Ogni paese ha il suo, qualcuno purtroppo no, ma di certo percorrendo la provincia sono tantissimi gli alberi che s’accendono e si spengono, dritti verso il Natale. Quelli che si affacciano in piazza devono accusare parecchia ansia da prestazione, perché sono sommersi dai giudizi della gente, "A me piace", "A me per niente", "Ma dove lo hanno tirato fuori?", e poi "Quanto costa?", "Chi paga le bollette?", fino alla sentenza degli implacabili, il pollice verso che conta più di tutti: quello dei bambini, i quali si aspettano, da implicito diritto natalizio, di essere stupiti, giungendo nel cuore del proprio paesino. Emozioni forti, cercasi. Guai quindi a deludere i piccoli, e pensiamo ogni sindaco ce l’abbia messa tutta: certo, non sempre le ciambelle riescono col buco, ad esempio quando si sceglie un albero da catalogo e magari aperto il pacco scopri che non era proprio come lo avevi immaginato. Oppure, c’è chi punta a un eccesso di modernità e poi il passante di turno si chiede: cos’è? Come quando uno si è travestito per Carnevale e ti chiedono "Da cosa?". Qui riportiamo solo alcuni dei tantissimi alberi di Natale della nostra provincia, non per generare un triste confronto tra paesi ma per far volare l’immaginazione e portarvi nei borghi dove molti non possono andare.
A Fiorenzuola, intanto, ha debuttato il terzo albero in pochi giorni: il primo, come sapete, era stato montato al contrario; il secondo non era quello voluto dal Comune; il terzo, eccolo qua. Sta a voi il giudizio: siate però clementi, secondo noi anche gli alberi di Natale hanno le orecchie e questo è il loro momento. Non vogliamo che qualche albero finisca dallo psicologo per complesso di inferiorità, o la brutta sindrome di non sentirsi abbastanza. Quella leviamocela di torno almeno a Natale.