Raccolta rifiuti, disfida sull'Iva. "Sarà aggiunta alla tariffa". La risposta: è solo scorporata
Soresi (FdI) denuncia l'aumento del 10% con la nuova modalità di conferimento. La replica del vicesindaco Bongiorni
Filippo Lezoli
|3 ore fa

La definisce "la sorpresina di Natale" Sara Soresi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale. Si riferisce all’Iva al 10% che, afferma la consigliera, in maniera per nulla trasparente è stata aggiunta alla tariffa dei rifiuti che sarà conteggiata a partire dal 2026. Il vicesindaco Matteo Bongiorni risponde invece che nulla è stato aggiunto, che l’Iva era incorporata nella tariffa e che nel passaggio alla nuova tariffa risulta invece scorporata. Di fatto dice: la trasparenza è aumentata e non si paga un euro in più.
Ma andiamo con ordine. Attraverso un post su Facebook, Soresi spiega che, con il passaggio all’anno nuovo e alla nuova modalità di raccolta, la tariffa sui rifiuti non sarà più un tributo, bensì un corrispettivo per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, facendo notare che sui servizi si paga l’Iva al 10%. Soresi porta anche l’esempio di una famiglia che paga 300 euro di tariffa e che con il nuovo sistema si troverà una maggiorazione del costo di 30 euro, appunto il 10%, per un totale quindi di 330 euro. È una di quelle sorprese che "l’amministrazione si è dimenticata di comunicare quando ci raccontava di un nuovo metodo all’avanguardia che avrebbe fatto risparmiare tutti" commenta con un filo di sarcasmo.
Matteo Bongiorni, però, replica a Libertà che le cose non stanno affatto così. "La tassa dei rifiuti che finora abbiamo conosciuto prevedeva un importo già comprensivo di Iva - dice - con la tariffa a corrispettivo, che entrerà in vigore nel 2026, il valore dell’Iva sarà messo in chiaro. Da tassa si passa infatti a tariffa applicata su una quantità di servizio misurata, e quindi l’Iva viene "scorporata". Il tema non è di aggiunta del valore Iva al 10%, bensì di indicazione del costo imponibile separato dal valore Iva. Quindi il costo complessivo resta uguale, e non risente di aumento relativo alla quota dell’Iva". "Inoltre - prosegue - lo scomputo dei due valori può consentire alle utenze non domestiche, il cui regime fiscale lo prevede, di dedurre il costo Iva come spesa sostenuta per l’attività. Il che comporta la detrazione del 10% del valore in bolletta".
"Trattandosi fino a quest’anno di un tributo - ribatte ancora Soresi - e dato che per legge i tributi non hanno l’Iva, non si può affermare che fino ad ora l’imposta sul valore aggiunto facesse parte della tariffa. Staremo poi a vedere se il costo resterà invariato nonostante l’Iva. Quello, però, lo vedremo. Di certo, su questo punto saremo molto attenti".

