Da Piacenza al Colorado, una storia da copertina

La scelta di vita della piacentina Barbara Antoniotti, dopo il Covid trasferitasi negli Usa con il marito e le due figlie, scelta emblema della buona integrazione

Thomas Trenchi
|2 giorni fa
Barbara Antoniotti con la sua famiglia sulla copertina della rivista americana - © Libertà/Thomas Trenchi
Barbara Antoniotti con la sua famiglia sulla copertina della rivista americana - © Libertà/Thomas Trenchi
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"Meet the Love Family". Con questo titolo, l’ultima copertina di "Living Southwest Longmont", rivista mensile in Colorado, ha scelto di raccontare la storia di Barbara Antoniotti, piacentina che ha deciso di ricominciare negli Stati Uniti. Un racconto di cambiamento e integrazione, che coinvolge lei, il marito e i due figli. «Da quando è uscito il numero – racconta Barbara – molte persone mi fermano e mi fanno i complimenti, incoraggiandomi per il mio percorso».
Barbara, 44 anni, è originaria di Piacenza, dove ha studiato Fisioterapia all’università di Parma. Dopo esperienze lavorative a Pontedellolio e Borgonovo, nel 2021 ha scelto di trasferirsi con la famiglia in Colorado. «Il periodo del Covid ha messo a dura prova la nostra famiglia. Sentivamo il bisogno di un nuovo inizio. Mio marito è cittadino americano e così anche i nostri figli, che all’epoca avevano 5 anni e 9 mesi. Il Colorado ci è sembrato il posto ideale, un luogo aperto, con una buona qualità della vita».
Il trasferimento non è stato semplice. «Non volevamo rischiare con un visto turistico, così ci siamo affidati a un avvocato specializzato in immigrazione. Quando mio marito ha ottenuto il lavoro, è partito subito, io e i bambini lo abbiamo raggiunto dopo tre mesi. In breve tempo ho ottenuto la green card e, lo scorso luglio, la cittadinanza americana». Parallelamente, Barbara ha avviato l’iter per la conversione della sua laurea in Fisioterapia. «Ho richiesto tutti i documenti e, dopo la valutazione, presto potrò sostenere l’esame di Stato americano».
Una delle differenze più evidenti tra la vita negli Stati Uniti e quella in Italia riguarda il sistema sanitario: «Qui tutto ruota attorno alle assicurazioni. Noi siamo coperti da quella di mio marito tramite il lavoro: lui paga il contributo mensile e noi una quota variabile per ogni servizio. Una visita pediatrica costa cinque dollari, ma una sola notte al pronto soccorso per nostra figlia è costata 1300 dollari, e parliamo del prezzo con l’assicurazione. Senza sarebbe stato molto più alto. Questa esperienza ti rende più attento alla salute e ti fa capire quanto in Italia sia un privilegio potersi curare senza rischiare conseguenze economiche devastanti».