Dillo alla Lupa: "Troppi immigrati"; "No, serve umanità"

Nel nuovo format di Telelibertà botta e risposta tra Soresi (Fdl) e Scafuto (Pd). La sindaca sulla ricandidatura: "Sono stanca, deciderà la squadra"

Thomas Trenchi
|7 ore fa
Von, 28 anni, senegalese
Von, 28 anni, senegalese
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A un anno e mezzo dalla fine del mandato, la domanda per la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi è inevitabile: si ricandiderà nel 2027? «Non sono io che devo decidere la mia ricandidatura, siamo una squadra ampia» premette. Ma una cosa la ammette: «Mi sento un po’ provata fisicamente e mentalmente, questo incarico è drenante». 
Tarasconi lo ha detto nell’ultima puntata di "Dillo alla lupa" su Telelibertà, disponibile on demand sul sito www.liberta.it. Al di là delle prospettive elettorali, il tema centrale è stato la sicurezza. «Si può sempre fare meglio, la perfezione non esiste» afferma Tarasconi, ricordando gli investimenti su videosorveglianza, polizia locale ed educativa di strada
Sul rapporto tra immigrazione e criminalità, osserva: «I numeri non sono favorevoli, spesso chi delinque non ha avuto percorsi educativi». E rinnova la richiesta di più forze dell’ordine: «Servono presenze visibili per prevenire reati». Il degrado, aggiunge, incide sulla percezione: «Scarsa illuminazione e cespugli creano insicurezza, noi interveniamo su questi dettagli». Tra le preoccupazioni maggiori: «Furti in abitazione e violenza tra giovani».
Il talk è stato anche teatro del confronto tra Sara Soresi (FdI) e Salvatore Scafuto (Pd), consiglieri comunali di Piacenza su fronti opposti. «Gli immigrati sono troppi, non possiamo accoglierli tutti» afferma Soresi, convinta che la differenza culturale generi tensioni. Scafuto replica: «Serve più umanità, il governo deve velocizzare i permessi di soggiorno per permettere una reale integrazione». Sul piano nazionale il duello si accende: «Piantedosi sta lavorando male» attacca il consigliere dem. «Meloni sta mettendo ordine dopo anni di sbarchi indiscriminati» ribatte Soresi.
Intanto “Dillo alla lupa" ascolta anche le voci di chi l’immigrazione la vive in prima persona. Von, 28 anni, senegalese, racconta una vita segnata dalla precarietà: «Voglio un lavoro e una casa, non contratti mese per mese. L’Italia è una gabbia, ti prosciuga. Se potessi me ne andrei». Diversa la storia di Memo, ivoriano, 19 anni, ex minore non accompagnato: «L’Italia mi sta dando una possibilità. Voglio costruirmi un futuro». E critica chi sbaglia: «Gli immigrati che non rispettano le regole rovinano tutto».
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