Politecnico già nel futuro con nuovi corsi di laurea

La rettrice Donatella Sciuto: «Qui alta formazione e un respiro internazionale»

Elisabetta Paraboschi
|3 mesi fa
Politecnico già nel futuro con nuovi corsi di laurea
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Sempre più universitaria, sempre più aperta al mondo. Venticinque anni fa era un sogno, oggi è realtà: Piacenza è un polo di alta formazione con diverse sedi universitarie e una di queste - da 25 anni - è la sede cittadina del Politecnico di Milano. «Una sede che continua ad arricchirsi di corsi - fa presente il prorettore Dario Zaninelli al timone del polo piacentino dal 2010, durante la cerimonia per i primi 25 anni dell’ateneo - quest’anno è partita infatti la laurea magistrale in Architettura del paesaggio, ma il prossimo daremo avvio a un nuovo corso triennale di Ingegneria industriale in inglese, nei nuovi spazi disponibili all’Urban Center. È un modo per spingere sempre di più l’acceleratore sull’internazionalizzazione della nostra offerta formativa e per consolidare la presenza del Politecnico a Piacenza ».
All’ex Caserma della Neve di via Scalabrini, dove tutto è cominciato nel 2000, è andato in scena un racconto: è quello di chi 25 anni fa c’era e di chi si è aggiunto dopo, di chi ci ha creduto fin dall’inizio e di chi continua a crederci.
« Piacenza era l’unico polo fuori dalla regione Lombardia, ma ha risposto da subito con convinzione e non ha mai fatto mancare il suo sostegno - spiega la rettrice del Politecnico Donatella Sciuto - gli anni sono passati e intanto il mondo è cambiato radicalmente: la globalizzazione oggi è una sfida complessa, la sostenibilità è una priorità. Il Polo di Piacenza è cresciuto e i suoi corsi sono testimonianze di alta formazione e di un respiro internazionale: per noi non è una sede decentrata, ma un laboratorio di innovazione, un punto di riferimento e un motore per l’economia locale».
Un polo che tuttavia deve fare i conti - come altre università - con il tema della crisi demografica: «Per questo dobbiamo essere capaci di attrarre giovani da tutto il mondo - continua la rettrice - attualmente sono 140 le nazionalità rappresentate fra la sede di Milano e i nostri poli: siamo l’università con la maggiore rappresentatività di Paesi esteri. I ragazzi vengono a studiare da noi, ma dobbiamo creare le condizioni affinché rimangano: abbandonare le logiche del campanile e pensare in termini inclusivi e, in questo, il polo di Piacenza può essere un ponte di collegamento prezioso. Perché? Semplicemente perché questo territorio è il protagonista di una storia di successo che guarda con fiducia al futuro».
Concorde anche Zaninelli: «Oggi celebriamo un traguardo importante - sottolinea - che dimostra quanto il Politecnico sia cresciuto e si sia sviluppato col supporto del territorio che ha sempre sostenuto la nostra presenza e apprezzato la nostra capacità di attrarre ragazzi da diverse parti del mondo. Per questo Piacenza merita un ringraziamento. Ma lo meritano anche altri: il Gruppo Libertà che ha collaborato con noi per la realizzazione di un volume celebrativo curato dal professor Michele Roda, il personale tecnico e amministrativo dell’ateneo e tutti gli studenti che sono passati di qui».
Il pomeriggio, coordinato dal direttore di Libertà Gian Luca Rocco, ha visto la presenza di diverse istituzioni, fra cui la prefetta Patrizia Palmisani - «Questa università è calata nel tessuto sociale ed economico della provincia e la sua presenza è importante anche ai fini della sicurezza» ha dichiarato - e si è concluso con un recital del professor Francesco Lenzini. A lui è spettato il compito di raccontare la storia di un ateneo che aveva un sogno: lo ha realizzato con due sedi sull’antica via Francigena e lo continua ad ampliare.