Profughi, lo Stato taglia fondi al Comune: 11 ucraini fuori (per ora) dall'accoglienza
Degli 1,8 milioni in tre anni chiesti da Palazzo Mercanti ne arrivano solo 1,2. I posti scendono da 36 a 25. Confermato l'incarico a L'Ippogrifo

Gustavo Roccella
|3 ore fa

Profughi in coda, all'uscita con la Romania, per uscire dall'Ucraina
Non sono arrivati tutti i soldi richiesti dal Comune per l’accoglienza e l’inserimento di profughi e richiedenti asilo: anziché 617mila euro all’anno per tre anni (in totale quasi 1,8 milioni), lo Stato (ministero dell’Interno) ne stanzia 395mila (complessivamente 1,2 milioni). Significa che dei 36 soggetti su cui la domanda di finanziamento era stata dimensionata, ne rimangono 25. E gli 11 che rimangono fuori sono cittadini ucraini, mentre quelli ricompresi hanno le più disparate provenienze, dall’Africa all’Asia. E’ l’effetto del decreto ministeriale del 3 dicembre che interviene sul Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) delle persone meritevoli di protezione internazionale o di permesso umanitario.
Dei progetti in scadenza il 31 dicembre (domani), ne ha ammesso al finanziamento, per quanto riguarda il Comune di Piacenza, quelli in prosecuzione nel prossimo triennio (dall’1 gennaio 2026 al 31 dicembre 2028) ma con copertura di risorse per 25 dei 36 posti richiesti. Il decreto "riporta espressamente la necessità di attendere lo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie a consentire la prosecuzione dei posti prioritariamente destinati fino al 31 dicembre 2025 all’accoglienza dei cittadini ucraini", per l’appunto 11 persone nel caso di Palazzo Mercanti, oltre ai 9, sempre ucraini, inseriti nella categoria ex accoglienza diffusa. Lo si legge nel provvedimento con cui il Comune, nel rettificare al ribasso - da 1,8 a 1,2 milioni nel triennio per un’accoglienza che si riduce da 36 a 25 posti - l’importo statale su cui poter contare per il momento, porta a compimento l’avviso pubblicato a inizio novembre per la ricerca di soggetti del terzo settore a cui affidare la coprogettazione ospitalità e integrazione. La scelta è caduta sulla cooperativa piacentina L’Ippogrifo, unica a presentare domanda e gestore uscente del servizio.
A favore de L’Ippogrifo il Comune impegna gli 1,2 milioni statali per i 25 posti finanziati nel periodo gennaio 2026-dicembre 2028. L’inclusione nella domanda inoltrata inizialmente da Palazzo Mercanti degli 11 ucraini già in carico a Piacenza nell’ambito del Sai trova motivazione nella proroga, da parte del governo, dello stato di emergenza per l’accoglienza dei profughi in fuga dalla guerra con la Russia. Di qui il piano finanziario presentato dal Comune per la prosecuzione dell’accoglienza per 36 posti e un importo annuale di 617mila euro. Dall’avviso di coprogettazione sono rimasti esclusi anche i già citati 9 posti in ex accoglienza diffusa Protezione civile, in attesa, annotava il Comune nell’atto di pubblicazione (v. "Libertà" del 24 novembre), di indicazioni ulteriori del ministero e del servizio centrale Sai. E qualora il ministero dovesse, per qualunque motivo, non finanziare il progetto o finanziarlo in misura ridotta rispetto alla richiesta, Palazzo Mercanti "si riserva la possibilità di sospendere, modificare o annullare, in tutto o in parte, il procedimento avviato" considerato, si leggeva ancora, che "l’attività è interamente finanziata da risorse ministeriali che verranno quantificate solo a seguito di riscontro positivo della domanda di ampliamento prevista e dal relativo decreto di finanziamento".
Ricapitolando, sul territorio della Provincia di Piacenza, fino al 30 giugno 2025 in carico al progetto Fami regionale risultano 9 persone che dichiarano di voler rimanere nel progetto di accoglienza, di cui 7 nel territorio del capoluogo e 2 a Gossolengo; lo scorso marzo il Comune ha autorizzato l’ampliamento del progetto Sai ai 9 rifugiati ucraini attualmente in accoglienza diffusa, ragion per cui il progetto Sai del Comune risulta composto da 25 beneficiari "ordinari" di norma uomini singoli adulti eccetto casi particolari segnalati dal servizio centrale Sai, 11 beneficiari di nazionalità ucraina, come i 9 ucraini ex accoglienza diffusa della Protezione civile con scadenza attuale al 31 dicembre per i quali a livello centrale non è stato ancora comunicata la volontà o meno di proroga dell’accoglienza.

