Addio a Bruno Roffi, "The King". «Il miglior coiffeur del mondo»
Lo definì così Michel Platini, fra i tanti vip a cui tagliò i capelli. Aveva 84 anni, ultimo con il fratello di una dinastia di barbieri
Elisabetta Paraboschi
|2 mesi fa

Il «Bruno era il barbiere di Villa Grilli ed era orgoglioso di questo. Scrivilo, mi raccomando». La telefonata con Fabrizio Bisi comincia così: anche lui era un cliente affezionato di Bruno Roffi, il re dei barbieri piacentini, al punto che sull’insegna del suo negozio in via Boselli - chiuso da un anno e mezzo - la scritta “The king” c'è ancora. Così si faceva chiamare anche Bruno e così viene riportato anche sul necrologio che annuncia la sua scomparsa.
Il piacentino aveva 84 anni: sposato con Bruna, una figlia e una nipote, ha lavorato finché ha potuto. Per lui essere barbiere non era un semplice mestiere, ma un modo di stare al mondo. Figlio d’arte - già nel 1838 il bisnonno Gaetano aveva aperto a Piacenza un negozio di acconciature maschili, proseguito poi dal nonno Luigi e dal padre Abele – insieme al fratello Nello di due anni più grande, Bruno ha fatto del taglio di barba e capelli la sua ragione di vita. Nel 1962 aveva aperto il negozio in via Boselli: «Sono più di 65 anni che faccio questo lavoro - aveva spiegato in un’intervista rilasciata a Libertà un paio d'anni fa - potrei essere in pensione da più di venti, ma questa è la mia passione».
Una passione che lo ha portato anche a tagliare i capelli a personaggi illustri: il primo è “Le Roi”, ossia Michel Platini, di cui Bruno custodiva ancora in un cassetto in bottega una cartolina indirizzata «al miglior coiffeur del mondo». Ma nel negozio di Bruno è passato anche il calciatore juventino David Trezeguet, accompagnato in via Boselli dall’allora presidente del Piacenza Calcio Fabrizio Garilli: un miracolo per il barbiere, accanito juventino.
«Era un personaggio e faceva del gran bene a tutti - sottolinea Bisi - tagliava barba e capelli anche a chi non avrebbe potuto permetterselo e lui lo faceva in silenzio, senza farsi pubblicità. Bruno era un uomo di cuore, aveva un sorriso per tutti e sapeva essere di compagnia. E poi era anche un pescatore. Quando ha chiuso il negozio, un anno e mezzo fa, è stata una perdita grande. E ora che lui non c'è più, lo è ancora di più».
Insieme al fratello, Bruno ha portato avanti un modo di lavorare che, nell’exploit di barber shop alla moda che si registra da qualche anno, sembra merce rara: gentilezza, attenzione al dettaglio, ma soprattutto professionalità. Con la scomparsa di Bruno Roffi viene meno la voce di una generazione che non si improvvisava e che imparava a usare i rasoi cercando di radere un palloncino coperto di schiuma da barba senza farlo scoppiare: altri tempi che purtroppo non tornano più.

