Controllo di vicinato: 36 chat attive, una decina di segnalazioni al giorno
È un movimento spontaneo nato intorno al 2010 e formalizzato negli anni successivi fino al protocollo con la prefettura
Thomas Trenchi
|1 ora fa

Trentasei chat attive, circa quattromila cittadini coinvolti, una decina di segnalazioni al giorno gestite dalla polizia locale. È la rete del controllo di vicinato di Piacenza, uno strumento ormai strutturato che collega quartieri, commercianti e istituzioni attraverso WhatsApp. Il coordinamento avviene dal Comando di via Rogerio, dove un nucleo dedicato intercetta le segnalazioni digitali e le trasforma in interventi sul territorio.
«È un movimento spontaneo nato intorno al 2010 e formalizzato negli anni successivi fino al protocollo con la prefettura – spiega il comandante della polizia locale Mirko Mussi –. Dal 2022 viene gestito dal Nucleo di polizia frazionale e vicinato: sei agenti e un ufficiale dotati di un cellulare di servizio attivo dalle 8 alle 19». Le segnalazioni fuori orario vengono prese in carico il giorno successivo. A scrivere sono solo i referenti, che filtrano i messaggi. «Oltre ai gruppi residenziali – aggiunge Mussi – esistono una chat con oltre duecento esercenti del centro storico e una che coinvolge i presidi scolastici».
Nel dettaglio entra l’ispettrice Manuela Argentieri, responsabile del Nucleo: «I gruppi sono 36, in alcuni quartieri anche più di uno, come in viale Dante, per un controllo più capillare. Coinvolgono circa quattromila cittadini». Ogni giorno arrivano in media dieci segnalazioni: furti in appartamento, spaccio, veicoli sospetti o abbandonati, truffe, banconote false, degrado urbano.
I casi concreti confermano l’efficacia del sistema. «Al Cheope sono stati segnalati minorenni ubriachi già dal mattino, con intervento dell’ambulanza. A Gerbido un odore acre ha portato alla scoperta di spray al peperoncino spruzzato in un condominio, con due bambini intossicati. Negli orti di via Degani è emerso un giro di spaccio. In via Negri una rissa è stata evitata grazie a una segnalazione preventiva».
Le chat non servono solo per l’emergenza. «In alcuni casi abbiamo scelto interventi educativi – spiega Argentieri – invitando ragazzi che avevano sporcato a ripulire l’area». Vengono attivati anche i servizi sociali. «Recentemente una persona senza fissa dimora è stata individuata in centro grazie alle segnalazioni dei commercianti».
Dietro le chat ci sono i referenti, cittadini volontari che filtrano le segnalazioni e mantengono i rapporti di quartiere. Resta però una richiesta comune. «Per garantire sicurezza reale servono più agenti e pattuglie» dicono tutti.




