Ex polveriera di Cantone, la tragedia 70 anni fa

Le vittime dell'esplosione di materiale bellico furono nove. Progetti di valorizzazione ambientale e turistica, ma l'area resta chiusa alla cittadinanza

Dea De Angelis
|4 giorni fa
Uno scorcio dell'ex polveriera di Cantone; al centro della foto uno dei pannelli spiegano alcuni aspetti storici dell’area e le caratteristiche naturalistiche del luogo - © Libertà/Dea De Angelis
Uno scorcio dell'ex polveriera di Cantone; al centro della foto uno dei pannelli spiegano alcuni aspetti storici dell’area e le caratteristiche naturalistiche del luogo - © Libertà/Dea De Angelis
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Settant’anni sono passati. Quattordici lustri, sette decenni. Era il primo dicembre 1955 quando un’esplosione accidentale di materiale bellico provocò nove vittime nell’ex polveriera di Cantone, oggi un’area di 110 ettari di proprietà dei comuni di Agazzano, Piozzano e Pianello. L’area passata dal demanio ai comuni (nel 2016), dopo un’operazione di bonifica del suolo e dei vecchi edifici ad uso militare, resta (ancora) chiusa alla cittadinanza. Negli ultimi anni si è realizzato un progetto di “valorizzazione ambientale e turistica dell’area forestale della Polveriera di Cantone attraverso la creazione di un percorso naturalistico attrezzato”: due chilometri di sentiero su nove ettari dall’ingresso principale lungo la provinciale fino alla confluenza del rio San Martino nel torrente Lisone e ritorno. Alcuni pannelli spiegano alcuni aspetti storici dell’area e le caratteristiche naturalistiche del luogo. Il compianto giornalista Giacomo Scaramuzza che a Cantone andò per la cronaca dell’incidente, riportando la notizia su Libertà (2 dicembre 1955), sul nostro giornale, nel 2019, scriveva: “…se si farà un parco nell’ex polveriera, ci auguriamo che si trovi un angolo per commemorare con una lapide quei nove poveri uomini morti sul lavoro che non possono e non devono essere dimenticati”. Se si farà un parco…. Ma l’area ad oggi resta chiusa alla cittadinanza e, a 70 anni dal tragico incidente, ancora non è stata organizzata alcune commemorazione delle nove povere vittime dell’esplosione. Eppure, una tragedia simile a quella, con un ancor maggior numero di vittime, in tempo di guerra aveva avuto come teatro il Laboratorio caricamento proiettili della Pertite, a Piacenza. Era in quel caso l’8 agosto 1940 e i morti furono 47. I 47 caduti sono - come noto - commemorati ogni anno.

Il racconto storico

Finita la Seconda guerra mondiale, il Ministero della Difesa aveva affidato alla ditta Seler, dal 1950, l’area della Polveriera di Cantone. Era adibita allo "scaricamento" di proiettili residuali bellici. La mattina dell’incidente si stava lavorando un lotto di materiale che sarebbe stato spedito ad Alessandria. Poco dopo le 8 era arrivato un autocarro da una ditta di Casaliggio per caricare materiale ritenuto non pericoloso vicino ad alcune casse di spolette. Purtroppo, durante le manovre l’autocarro arrivato da Casaliggio carico di munizioni esplose e i nove lavoratori sul posto morirono tutti. La notizia dell’esplosione ebbe enorme risonanza a livello nazionale e fu riportata durante la seduta parlamentare di giovedì primo dicembre 1955. Alla Camera presiedeva Giovanni Leone, il futuro Presidente della Repubblica. Su Libertà del 2 dicembre 1955 un articolo con titolo a sei colonne dava conto della strage.

Le vittime

Le vittime dell’esplosione furono nove. Uno dei proprietari della ditta Seler, quattro guardie giurate, due artificieri e due autisti: Giuseppe Arata (29 anni, di Carpaneto) - Giacomo Bassi (29 anni, di Piacenza) - Luigi Delfante (53 anni, di Gazzola - Carlo Gatti (62 anni, di Gossolengo) - Renato Lenzi (33 anni, di Piozzano) - Cesare Massariolo (47 anni, di Tortona) - Francesco Polazzon (37 anni, di Alessandria) - Mario Schiavi (39 anni, di Gragnano) - Vincenzo Teruzzi (56 anni di Verdeto-Agazzano).