“Non maltrattò i ragazzi in classe”. Professoressa assolta

28 Marzo 2013 07:10

“Assolta”. Secondo il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Bersani un’insegnante di scuola media della provincia non ha maltrattato nessuno dei suoi studenti. La professoressa, difesa dagli avvocati Elena Vincini ed Annalisa Cervini, era stata inizialmente indagata dalla Procura della Repubblica per abuso di mezzi di correzione, ma il pubblico ministero Ornella Chicca dopo una serie di indagini aveva modificato il capo d’imputazione nel più grave reato di maltrattamenti. Tutto era nato dopo una segnalazione da parte del dirigente scolastico della scuola media dove la docente insegna. Secondo quanto spiegato nel documento, il preside si era mosso dopo che alcuni genitori lo avevano allertato in merito a racconti di episodi avvenuti in classe che erano stati fatti dai loro figli. Secondo quanto si è appreso, si parlava di punizioni ritenute eccessive. La Procura ha delegato le indagini alla polizia giudiziaria e gli investigatori hanno sentito il preside, un insegnante e i genitori di tre ragazzi che avrebbero lamentato un comportamento giudicato troppo pesante da parte della professoressa nei confronti dei loro ragazzi. Il pm una volta acquisite le testimonianze ha chiuso le indagini contestando all’indagata il reato di maltrattamenti. A quel punto anche gli avvocati hanno avviato una serie di indagini difensive. Sono stati sentiti con tutte le garanzie del caso compagni di classe dei tre ragazzi che si erano lamentati della professoressa, insegnanti suoi colleghi e collaboratori scolastici. E’ quindi scattata la richiesta di rito abbreviato condizionato alla produzione integrale delle trascrizioni relative alle testimonianze acquisite dai legali e all’esame dell’imputata. L’altra mattina il processo è arrivato davanti al giudice Giuseppe Bersani.
Dopo avere acquisito i documenti della difesa e avere sentito il racconto dell’insegnante il pubblico ministero ha concluso la sua requisitoria con una richiesta di assoluzione. I due legali nelle loro arringhe hanno sottolineato che nel comportamento dell’insegnante non vi è mai stato nulla che potesse giustificare l’accusa. Alla fine, il giudice l’ha assolta.

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