Arresto agenti: corrieri della droga scortati con auto di servizio

17 Aprile 2013 07:20

“Trasportavano la cocaina su auto di servizio della questura dal fornitore sudamericano allo spacciatore italiano garantendo che tutto avvenisse senza problemi”. E’ una delle accuse rivolte ai poliziotti della questura arrestati lunedì mattina dai carabinieri del Nucleo investigativo diretti dal capitano Rocco Papaleo. I militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Giuseppe Bersani e redatta dai pubblici ministeri Michela Versini e Antonio Colonna nell’ambito di un’indagine coordinata dal procuratore della Repubblica Salvatore Cappelleri. Il filone principale dell’inchiesta è senza dubbio quello che riguarda la cocaina. E da quanto si è appreso nell’inchiesta spicca il ruolo del 66enne, considerato dagli inquirenti come una delle persone che tiravano le fila dello spaccio in città e provincia. Il pensionato ha già avuto problemi in passato con la giustizia e, sempre secondo l’accusa, sarebbe il terminale di diversi trasporti di cocaina che gli sarebbe stata consegnata dai poliziotti con i quali sarebbe stato in contatto. Questo il meccanismo, sempre in base alla ricostruzione accusatoria: i poliziotti avrebbero stretto legami con alcuni dominicani ed ecuadoriani che avevano le conoscenze necessarie per far arrivare la cocaina a Piacenza. Quando il 66enne aveva necessità di droga da smerciare in città avrebbe rivolto la richiesta a uno dei poliziotti della narcotici che conosceva da tempo. Quindi sarebbe scattata la richiesta a uno dei dominicani che entrava in contatto con un fornitore all’esterno della nostra provincia. Quando arrivava la droga sarebbero stati gli stessi poliziotti a farsi consegnare lo stupefacente, a trasportarlo su un’auto di servizio in dotazione alla squadra narcotici e a consegnarlo al 66enne. A volte i poliziotti avrebbero anche seguito i corrieri della droga fino all’abitazione del dominicano e quindi assistito alla loro partenza fino al casello autostradale, questo, sempre secondo la tesi accusatoria, per garantire che tutto si svolgesse senza problemi.

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