Profughi, ancora caos: “Questa notte dormiamo davanti al Comune”

02 Luglio 2013 21:55

“Questa notte dormiamo qui davanti al Comune”. A parlare è uno dei profughi sfrattati ieri dal Ferrhotel di Piacenza “Ci hanno offerto di dormire ancora alla circoscrizione 2 ma per protesta rimaniamo qui” ha concluso.

NOTIZIA DELLE 18 – Quando sembrava sul punto di essere risolta, è tornata nel caos la situazione dei profughi sgomberati ieri dal Ferrhotel. L’assessore provinciale Pierpaolo Gallini stamattina aveva annunciato la disponibilità della Caritas ad accogliere i 5 stranieri esclusi dal programma Sprar che ne avrebbe accolti altri 5, lasciando però esclusi coloro che non erano interessati dall’emergenza legata alle rivoluzioni del Nord Africa del 2010.

Nel pomeriggio, però, sono sorti due problemi non da poco: gli stranieri, attualmente accampati sotto Palazzo Mercanti, sono una ventina e non accettano che parte di loro sia esclusa, anche se almeno la metà non ha formalmente diritto a questo tipo di aiuti perchè si tratta di extracomunitari che si sono aggiunti ai connazionali nell’occupazione del Ferrhotel

Ma anche per i 5 che avrebbero dovuto essere presi in carico dalla Caritas ci sono problemi: “Noi da tempo ne accogliamo qualcuno nella nostra mensa e abbiamo fornito loro indumenti vari – precisa il direttore Giuseppe Chiodaroli – ma non abbiamo posti letto per farli dormire nella nostra struttura”.

PROFUGHI, FORSE C’E’ UNA SOLUZIONE – I profughi sgomberati dal Ferrhotel sono tornati sotto la sede del comune di Piazza Cavalli per protestare. Hanno piazzato le tende in attesa di sapere quale sarà il loro destino. La risposta non si è fatta attendere. L’assessore provinciale alle politiche sociali Pierpaolo Gallini ha fatto sapere che i “veri” profughi sono soltanto una decina, gli altri si sarebbero “infiltrati”. Grazie all’impegno delle istituzioni cinque profughi saranno inseriti nel programma Sprar gli altri cinque troveranno ospitalità presso una struttura messa a disposizione dalla Caritas per conto della Curia vescovile. “Una soluzione solo temporanea – ha aggiuto Gallini – non possiamo farci carico di queste persone all’infinito, dovranno trovare un lavoro e sistemarsi”.

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